Overvaluation
Overvalutation: Pogba e quel ritorno che nessuno ha capito
Forse è davvero inutile girarci attorno e giocare con le parole. Forse dire la verità è sempre e comunque la cosa migliore. Ed è proprio per questo che sottolineare che l’atto secondo del rapporto tra Paul Pogba e la Juventus è stato un autentico fallimento viene quasi spontaneo ed è quasi logico. E non solo per la squalifica di quattro anni per doping, arrivata come un’autentica mazzata per il giocatore francese. In realtà però, soffermandosi solo e soltanto sul lato tecnico e tattico, in molto oggi, e non solo da oggi, si sono chiesti il senso di questo ritorno. Non resta che ripercorrere il tutto.
Pogba, il passato non torna
La mente vola incredibilmente indietro nel tempo, più precisamente a quanto successo dal 2012 al 2016. Arrivato a parametro zero dopo l’esperienza allo United, in tanti si ricorderanno quando il buon Paul è stato presentato come acquisto in prospettiva, per essere l’alternativa ad Andrea Pirlo. Insomma, una sorta di allievo che deve imparare dal grande maestro. Eppure i fatti sono stati ben diversi: il transalpino si prende con prepotenza il posto da mezzala, mostrando, nonostante la giovane età, qualità da fenomeno vero. Il resto è una totale ascesa, con gol, da cineteca e molto spesso decisivi, prestazioni superbe e lampi di classe e di talento puro e cristallino. Insomma, la Juve è sua. La scena é sua per almeno quattro anni, con quattro scudetti, tre Supercoppa e due Coppa Italia.
Quello che succede dopo è storia che non si può non conoscere, con i Red Devils che spendono 105 milioni di euro per riacquistarlo. Pogba, con il suo procuratore, fanno la storia, dando vita a quello che, in quel momento, è il trasferimento più oneroso di tutto il calciomercato. In Premier continua la sua ascesa e il suo strapotere fisico, tecnico e tattico. Con Mou in panchina arriva il primo alloro europeo, ossia l’Europa League. La consacrazione definitiva arriva però con la maglia della sua Nazionale. Pogba è infatti il trascinatore della Francia nel Mondiale vinto del 2018. Quello è il punto più alto della sua carriera, ma è anche da quel momento che per lui inizia una sorta di discesa. Paul si sente fragile, inizia ad avere problemi fisici e infortuni e non riesce a ritrovarsi. La sua avventura in Premier in Inghilterra finisce dunque nel peggiore dei mod.
Juve, le minestre riscaldate non funzionano (quasi) mai
Ed è nel periodo più complicato della sua vita, sia professionale che personale, che il richiamo della Juventus vince su tutto, come una sorta di speranza e di ultima spiaggia. Nella sua seconda avventura nella Torino bianconera, iniziata nel 2022, non funziona nulla. Lo si capisce fin da subito, con il suo infortunio nella tournée estiva negli Stati Uniti. Soltanto 10 presenze, con le vicende extracalcistiche (tentativo di estorsione da parte del fratello, che va in carcere) a prendersi la scena. Storia di un rimpianto, di un giocatore sparito e che si è perso troppo spesso e troppo presto. Storia che dimostra come il passato difficilmente possa tornare, specie quando é cambiato tutto. Storia che fa capire come, sul mercato, bisogna pensare a quello che potrebbe accadere, non a quello che è accaduto.