Gli sfigati del lunedì
Gli sfigati del lunedì: Mimmo re della iella, non c’è niente Di Bello

‘Gli sfigati del lunedì’ analizza, con un pizzico di solita e sana ironia, quanto accaduto nel weekend di Serie A. E, nel fine settimana della 27esima giornata di campionato, il profumo di iella ha aleggiato su molti campi. E non solo su quelli,
Di Bello sempre più Di Brutto
L’arbitraggio di Lazio-Milan è stato l’argomento maggiormente discusso, da venerdì notte fino a domenica sera inoltrata, in quel di Open Var, in onda su Dazn. L’episodio definito al limite tra Castellanos e Maignan, e le tre espulsioni, in primis quella di Pellegrini: Di Bello sembra davvero aver capito poco e nulla. E tra l’altro, nel suo caso, non è la prima volta. Tanto che lo stesso Silvio Berlusconi, un po’ di tempo fa, ha detto che si sarebbe dovuto chiamare Di Brutto. La vera sfiga per l’arbitro forse è aver quel cognome che si presta così tanto ai facili giochi di parole…
Vlahovic, la vendetta e il ritorno
Fino a qualche settimana un po’ tutti, noi compresi, parlavamo di come, con un Vlahovic tornato in forma, la Juve avrebbe potuto dare addirittura fastidio all’Inter nella corsa scudetto. Poi è successo ciò che è successo, con i bianconeri entrati in un tunnel di risultati negativi e sconfitti nello scontro diretto. A essere ancor più nel tunnel è l’attaccante serbo, che ieri pare aver deciso di tornare ai vecchi e brutti fasti. Sono state tre le clamorose palle gol sprecate nel primo tempo del match con il Napoli: di testa, con lo scavetto sul palo e con il tiro in tribuna, dopo il regalo di Traoré. Errori che, visto il risultato finale, pesano e non poco. Dusan, puoi ancora dimostrare che è solo iella…
Mimmo non mollare!
La copertina di questa puntata de ‘Gli sfigati del lunedì’ non può non andare al giocatore del Sassuolo. Rientrato dopo uno lungo stop di due mesi, il 29enne va di nuovo ko, uscendo dal campo in lacrime. Rottura del tendine d’Achille e stop di almeno sette mesi. Insomma, stagione finita e addio Europei. Una botta di sfiga, per un giocatore troppo spesso sottovalutato e tanto criticato, per i neroverdi, in piena lotta salvezza e che perdono il loro leader e calciatore simbolo, e per Spalletti, che dovrà ora studiare soluzioni alternative. Perché, se la fortuna è cieca, la sfortuna ci vede benissimo.















