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Juventus: tutte le colpe di Massimiliano Allegri, il sopravvalutato

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Juventus ad un bivio: esonerare o no Allegri?

Massimiliano Allegri ieri sera ha subito l’ennesima lezione di calcio. Ormai i tecnici che lo hanno ridicolizzato cominciano ad essere talmente tanti, al punto che il livornese potrebbe scrivere dei manuali dal titolo: “Tutto ciò che non ho imparato da quando alleno”. Napoli-Juventus è stato il manifesto dell’allegrismo, ormai sinonimo di “non sono capace e non voglio imparare”. L’analisi lucida della gara si può riassumere facilmente: la Juventus ha giocato sugli errori del Napoli, ha sprecato diverse occasioni ed è stata punita dai suoi limiti. Perchè alla fine è sempre così: la Juve non gioca. Sono gli altri che lo fanno. E’ come se Allegri scegliesse coscientemente di andare in guerra per far uccidere più uomini possibili per poi sperare che un colpo di fionda dei sopravvissuti colpisca a morte il comandante avversario, disperdendo le truppe.

La verità è che ogni gara della Juventus, in otto anni di gestione Allegri, è sempre stata un bagno di sangue. Anche quando la squadra era nettamente superiore, quella superiorità si manifestava attraverso i singoli e non attraverso il gioco.  Allegri è stato incensato da stampa e critica perchè “la Juventus sta facendo più della reale qualità della rosa”, ma nessuno ha tenuto conto di un aspetto: la qualità della rosa l’ha abbassata lui. 

Allegri il devalorizzatore

Allegri in questi anni si è distinto per un fattore: la distruzione tecnica e sistematica del patrimonio squadra. Tutti quelli da lui allenati, con rarissime eccezioni (Rabiot, ad esempio) hanno sottoperformato. Rimanendo solo all’attuale rosa, si pensi a Locatelli. Con De Zerbi era uno dei migliori registi della serie A, Allegri ne ha minato tutte le certezze. Kostic sai era presentato due anni fa come uno dei migliori assistman d’Europa: sparito questa stagione. Vlahovic e Chiesa erano devastanti con la Fiorentina e con Allegri hanno sempre meno del loro potenziale. Bremer non è mai stato sicuro come il giocatore del Torino.

Passando ai giocatori ceduti, solo un cieco non vedrebbe l’abisso tra l’Arthur disallenato dal tecnico livornese e quello della Fiorentina. E vogliamo parlare di Bentancur e Kulusevski, due fantasmi con Allegri e punti fermi del Tottenham? Si potrebbe addirittura tornare ai tempi di Coman, svenduto perchè per Allegri non era adatto e diventato punto fermo del Bayern vincitutto. o Dybala che con Allegri era costretto in una posizione che finiva per limitarne il potenziale. La verità è che Allegri non è in grado di allenare e migliorare i giocatori e i tanti indizi che si sono accumulati negli anni avrebbero già dovuto portare ad una sentenza di condanna.

Juventus, cosa succederà a giugno?

Giuntoli continua a difendere Massimiliano Allegri di fronte alla stampa, ma il tecnico anche con le dichiarazioni di ieri si è autoesonerato. Per Max la colpa della Juventus è quella di essere una squadra troppo giovane. E’ evidente che la visione del tecnico e quella del responsabile dell’area tecnica non corrispondono. Giuntoli deve far quadrare i conti e non asseconderà certo i vaneggiamenti dell’allenatore che due abbi fa pretese Di Maria e Pogba, rivelatisi due salassi economici e tecnici per la rosa.

La proprietà dunque dovrà fare delle scelte. La domanda a cui dovrà rispondere è semplice. Vale la pena continuare con Allegri per non pesare sulle casse con un altro tecnico, pur sapendo che si svaluterà ancora il parco giocatori? Se la risposta sarà sì, allora nulla cambierà. Se, invece, si sceglierà la strada della crescita e della sostenibilità, Allegri verrà messo alla porta e la Juventus si farà carico dello stipendio per un anno. Con le mani libere Giuntoli sceglierà un tecnico più in linea con la sua filosofia.

Motta alla Juventus: 50%

Secondo Fabrizio Biasin, la Juventus avrebbe sondato Thiago Motta per la prossima stagione. L’italo-brasiliano è il preferito idi Giuntoli sia come approccio tattico che come gestione della squadra. Il tecnico non ha chiuso la porta a questa ipotesi. Il contratto di Motta scade a giugno. Il Bologna da tempo cerca un accordo per il rinnovo, ma finora i tentativi sono andati a vuoto. Se il club raggiungesse la Champions è possibile che l’allenatore giudichi terminato il proprio ciclo e scelga una nuova avventura. Su Motta, però, ci sono anche diversi club europei e dunque bisogna essere rapidi per non lasciarsi superare.

Palladino alla Juventus: 30%

Altro nome che sta facendosi strada nell’ambiente bianconero è quello di Raffaele Palladino. Anche il tecnico di Mugnago di Napoli ha il contratto in scadenza nel 2024 e di certo, di fronte alla possibilità di guidare la squadra dove è cresciuto, non direbbe di no. Su di lui permangono i dubbi per un’esperienza minore rispetto a Motta, ma sarebbe comunque una scelta in linea con il modo di intendere il calcio di Giuntoli.

Tudor alla Juventus: 20%

Sullo sfondo, rimane la candidatura di Igor Tudor. Il tecnico croato è stato alla Juventus sia da giocatore che da vice allenatore (di Pirlo) e il suo nome circola da un po’ negli ambienti bianconeri. Attualmente Tudor è senza squadra, ma nella prossima stagione vuole rmettersi in gioco. Giuntoli ci pensa, ma il suo nome, attualmente, non è in cima alla lista.

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Davide Luciani

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