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Gioca a calcio ma si ispira al basket e si carica con il boato di Marassi
Dopo la pesante sconfitta rimediata tra le mura amiche del Luigi Ferraris il Genoa di Alberto Gilardino riparte dal Diego Armando Maradona, dove sabato pomeriggio sarà impegnato nella sfida contro il Napoli. Il tecnico genoano è consapevole che la classifica dei liguri, arrivati a questo punto della stagione, è indice di bilancio positivo anche se è bene non abbassare la guardia.
Nella sfida contro la formazione di Walter Mazzarri il Genoa in avanti potrà contare su Retegui, il nuovo arrivato Vitinha e soprattutto Albert Guðmundsson, che nelle ultime ore di calciomercato era stato vicinissimo alla Fiorentina. E proprio l’islandese, rimasto però all’ombra della Lanterna, ai microfoni di DAZN ha parlato delle sue caratteristiche e dell’evoluzione del suo ruolo.
Qual è uno dei suoi segreti in campo?
“Quando gioco uso alcuni movimenti del basket, come il cambio di direzione con il bacino e la finta di spalle. Penso che si possa prendere qualcosa da ogni sport per migliorare il proprio gioco“.
Il dribbling è la sua caratteristica migliore?
“Sì, una delle migliori credo. Mi piace dribblare e penso che a volte possa essere utile alla squadra per uscire da una situazione difficile, ad esempio. Penso sia una delle mie qualità, sicuramente“.
Quanto le piace dribblare?
“Sì, soprattutto quando giochiamo in casa, nel nostro stadio, sento che i tifosi si gasano quando lo faccio e lo percepisco, sento il boato dietro le spalle. Onestamente mi piace“.
Preferisce dribblare a sinistra?
“Posso usare entrambi i piedi, sinistro e destro. Quando sono di spalle solitamente uso il piede più lontano rispetto alla posizione del difensore“.
Chi è il suo idolo a basket?
“Quando giocavo da piccolo, guardavo sempre Allen Iverson. Prima di andare all’allenamento di basket, andavo su YouTube a guardare i video di Iverson, a volte anche per ore e quando andavo agli allenamenti cercavo di replicare esattamente gli stessi movimenti. Penso quindi sia stato Allen Iverson“.
Si allenava sia a calcio che a basket?
“Sì, ho fatto entrambi. Calcio ho iniziato quando avevo più o meno 3 anni, basket a 7 o 8. Ho portato avanti tutti e due fino a 14 o 15, poi ho lasciato il basket“.
Qual è il suo idolo di oggi invece?
“Di oggi? Difficile dirlo, ma penso sia Kevin Durant, anche se è molto diverso da Iverson, però è completo: sa tirare, sa difendere, può gestire la transizione e andare al ferro. Praticamente ha tutto“.
L’ex centrocampista di Villareal, Fiorentina e Inter, Borja Valero lo paragona a Santi Cazorla consacratosi anch’esso con la casacca del Villareal e poi dell’Arsenal, Guðmundsson risponde così “No, è di un altro livello. Non ci sono ancora“.
Nella sfida contro i partenopei l’islandese andrà a caccia del suo decimo gol in questo campionato.