Serie A
Uno sguardo sugli spalti: Roma, Salerno e Udine
In genere la nostra prospettiva è sempre verso il campo, a raccontare cosa succede sul rettangolo di gioco, a parlare dei protagonisti, dei gesti tecnici, dei risultati. Stavolta però vogliamo invertire la prospettiva, guardare verso un’altra direzione. Il focus di oggi, infatti, lo dedichiamo agli spalti, alle tifoserie, agli stadi.
Ce lo impongono i fatti di cronaca di Salerno, ce lo impongono i cori razzisti di Udine, davanti ai quali non si può restare in silenzio. Ce lo chiedono anche gli striscioni di Roma, un tripudio d’amore, di bentornati, di addii. Uno sguardo diverso, insomma, per parlare di pregi e difetti dello sport che amiamo di più.
L’accoglienza di De Rossi e il saluto a Mourinho
Partiamo dagli aspetti positivi allora, partiamo da degli spalti arrabbiati e delusi, ma capaci comunque d’amore, di sostegno. La Roma ha dato il bentornato a De Rossi, stavolta sulla panchina, l’unico ad essere applaudito (insieme ad Edoardo Bove, per la cronaca) da uno Stadio Olimpico arrabbiato e deluso dalla squadra e dalla dirigenza. “Ci siamo lasciati con una promessa nei tuoi confronti… oggi ci ritroviamo per continuare a mantenerla… siamo tutti DDR” recita uno dei più belli, che fa torna in Sud lo striscione esposto durante l’ultima partita dell’ex Capitan Futuro. “Romanista nostro vanto a Daniele sempre accanto, bentornato capitano” oppure “Tu che quella maglia l’hai sempre onorata insegna a questa squadra come deve essere sudata”. Un vero e proprio tripudio a cui si è accompagnato ovviamente il saluto a Mourinho: “Hai difeso la nostra Roma, ci hai portato alla vittoria… José Mourinho eterna gloria!” in Tribuna Tevere, oppure quello della Sud: “Ci sono ricordi che non hanno contratti, le corse e i sorrisi che ci hai regalato tutte le volte che ti sei schierato… per il tuo romanismo sempre rispettato! Grazie mister!”. Una tifoseria divisa tra due amori. Anzi no, unita da uno: quello per la Roma.
Il razzismo di Udine e la violenza di Salerno
Le pagine più brutte, invece, sono quelle che arrivano da Salerno e Udinese. Da un lato il lancio di oggetti (tra le altre cose uno snack, contro Retegui, preso, scartato e mangiato da Strootman) dall’altro ululati razzisti nei confronti del portiere del Milan, Maignan. A fare ancora più male, però, sono le parole del tecnico dei friulani, Cioffi: “Ha già parlato il direttore sportivo, parliamo di calcio che è la cosa migliore. Non per sdrammatizzare, ma per sorvolare”.
Ecco, è proprio questo che non si deve fare. Non si deve sorvolare. Non si può sorvolare. Anzi, ci si deve fermare come ha fatto la squadra rossonera. Si deve condannare, si deve punire. Senza alibi, senza scusanti, senza alcun tipo di attenuante. Solo così la battaglia contro il razzismo porterà a qualcosa. Altrimenti non ci dovremo sorprendere al prossimo coro infame.