Serie A
Una Supercoppa che scontenta tutti, tranne il portafogli
Stadi deserti, critiche, polemiche. La Supercoppa Italiana in programma in questi giorni in Arabia Saudita non passerà di certo alla storia come l’edizione più bella di sempre. Anzi, tutt’altro.
“Se da un lato ci può essere la preoccupazione di andare in luoghi dove la democrazia, i diritti umani, non vengono pienamente rispettati, io penso che noi dobbiamo saper cogliere l’altro aspetto: la capacità di illuminare quei luoghi, responsabilizzarli e contribuire all’alfabetizzazione civile”. Così aveva parlato il Ministro dello Sport, Andrea Abodi, per giustificare una scelta che ad oggi risulta incomprensibile. Anzi no, si può comprendere bene se si guarda la pioggia di soldi che arriva nelle casse di club e Lega Serie A.
Tutte le cifre della Supercoppa
La proposta di organizzare a Riad la competizione era arrivata, negli uffici della Lega di Serie A, a settembre del 2022. Una formula nuova, con le final four, per spalmare lo spettacolo e avere più eventi in programma. Un’offerta senza precedenti: 138 milioni di euro per un impegno della durata di 6 anni, vale a dire 23 milioni di euro netti nelle casse della Lega di Serie A.
Una vera e propria pioggia di soldi, che includeva anche le spese di trasferimenti e alloggi, che sarebbero stati completamente a carico dei Sauditi. Di questi 23 milioni, ovviamente, una parte vanno ridistribuiti tra i club partecipanti secondo questa tabella. Alle semifinaliste perdenti sarebbero arrivati 1 milione e 600 mila euro, alla finalista perdente 5 milioni mentre ai vincitori ben 8 milioni di euro. Tutti, insomma, prenderanno almeno una fetta della torta. Ed è qui la motivazione più importante della scelta di spostare in Arabia Saudita una competizione che di sport ha sempre meno.
Le proteste dei tifosi di Napoli e Lazio
Una “Cammellata con trofeo”. Così l’hanno definita i tifosi del Napoli, che in un comunicato annunciavano la loro protesta e il loro dissenso nei confronti della competizione: “Ormai è chiaro a tutti che l’andazzo è questo e non troviamo il senso di chiamarla ancora Supercoppa Italiana, quando proprio i tifosi italiani non potranno assistervi”. Sullo stesso tenore anche la Curva Nord della Lazio, che parla del calcio italiano come “patrimonio popolare che deve rimanere alla portata di tutti e costringere i tifosi ad intraprendere trasferte intercontinentali è tutto fuorché popolare”.
Una presa di posizione chiara e netta, che si sposa con lo sconsolante scenario di stadi vuoti e partite snobbate. Ah, la finale sarà tra Napoli e Inter, se a qualcuno può veramente interessare.