La Opinión
C’è davvero un problema infortuni?
Il problema l’hanno sollevato in tanti. Il primo e il più costante sull’argomento è senza alcun dubbio Maurizio Sarri, che, in più di un’occasione, si è lamentato del calendario sempre più fitto e dei rischi che questo può comportare. E ovviamente tra questi rischi ci sono anche gli infortuni. E, a ormai quasi metà stagione, a dominare e a prendersi la scena sono proprio i problemi fisici.
Numeri che fanno paura
Ironia della sorte, una delle squadre che sta maggiormente pagando pegno sotto questo punto di vista è proprio la Lazio, allenata dal mister toscano. Zaccagni e la coppia difensiva Romagnoli-Casale sono out da un po’ di tempo. Problema muscolare per Luis Alberto nell’ultimo turno di campionato e, nella sfida di Coppa Italia contro il Genoa, vinta 1-0, si sono fermati Patric e Isaksen. Insomma, i tanti impegni, come predetto dal buon Mau, stanno mietendo vittime. Un altro club martoriato è senza alcun dubbio il Milan. Kalulu, Leao, Okafor, Thiaw e Kjaer: questo l’elenco degli assenti con cui deve fare i conti Pioli. Insomma, non può essere solo e soltanto sfortuna.
A confermare che molto può essere legato ai numerosi è quanto accaduto in casa Inter, dove, nel match di domenica contro il Napoli, si sono fermati Dumfries e de Vrij. Entrambi gli olandesi salteranno tutto il mese di dicembre, mettendo un po’ in difficoltà Simone Inzaghi, che dovrà dunque fare di necessità virtù. Insomma, inutile ripetersi: non è certo un caso che le squadre più falcidiate sono quelle che giocano le Coppe. E questo è un qualcosa che viene confermato quando si dà uno sguardo agli altri Paesi. Nello scorso weekend, come raccontato da Il Corriere della Sera, erano 109 i giocatori fermi in Premier, 78 in A, 70 in Bundesliga, 45 in Liga e 21 in Ligue 1 . Numeri che non possono non fare paura e che potrebbero addirittura aumentare.
E sarà sempre peggio
Non si sta comunque parlando di un problema che rappresenta una novità per il nostro campionato e per il calcio in generale, in quanto se ne è già discusso in passato. Il grido d’allarme però arriva soprattutto da staff sanitari. dirigenti e allenatori. La sensazione però è che il mondo del pallone, ormai sempre più business e denaro sonante, pare fare orecchie da mercante. Non è un caso che, in futuro, la situazione potrebbe addirittura peggiorare dal punto di vista dei calendari. Per fare un esempio, il format della nuova Champions, che partirà il prossimo anno, prevederà due partite in più nella prima fase.
E il pensiero poi non può non andare a gli impegni delle Nazionali, che molto spesso vengono vissuti come un intralcio. E se poi si pensa a un Mondiale che salirà a 48 partecipanti e che sarà giocato nel clima caldo umido degli Usa (molti match sarà giocati nelle ore diurne per essere compatibili con la trasmissione in Europa e Asia), non ci si può non rendere conto dei rischi della salute. Perché sì, si può puntare il dito su errori di preparazione, di gestione e di rose non adeguate. Ma ci sta un qualcosa che nessuno sembra volersi preoccupare di analizzare. O di fermare.