La Opinión
Profondo Sarri, l’equilibro in vetta e la scalata della Roma
Dopo il 13esimo turno di campionato una realtà appare piuttosto evidente: dal terzo posto in giù può veramente accadere qualsiasi cosa. La vetta infatti sembra di due squadre, che si litigheranno fino all’ultimo il titolo: Juventus e Inter, uscite con 1 punto dal tanto atteso Derby d’Italia.
Per il resto sono tutte lì, con una Roma che scala le posizioni, un Napoli che ritrova la vittoria, un Milan che vince anche senza convincere. E una Lazio, invece, che si allontana. E mette in discussione il futuro di Maurizio Sarri sulla sua panchina.
Derby d’Italia, a chi fa bene questo pareggio?
“Alla vigilia non avrei firmato per il pari ma, visto come è arrivato, me lo prendo”. Parla così Simone Inzaghi, il tono è di chi è felice, soddisfatto. Dopo il Derby d’Italia, infatti, l’Inter è ancora prima e mantiene il distacco di due punti dalla Juventus. Una Juventus che si era ritrovata in vantaggio dopo mezz’ora grazie al quinto centro in campionato di Dusan Vlahovic ma che viene subito ripresa da Lautaro Martinez. Finisce 1 a 1 ed è un pareggio d’oro per i nerazzurri, che anche nella partita di Torino sono sembrati la squadra più forte, capace di controllare i novanta minuti, gestire le difficoltà, controllare il flusso della partita. Non è riuscita a vincere, è vero, ma quello che conta, in certi momenti, è soprattutto non perdere. Per la Juventus di Allegri, invece, iniziano a pesare anche assenze, soprattutto a centrocampo, dove Pogba e Fagioli hanno lasciato una lacuna. Un vuoto che andrà colmato a gennaio, se si vuole continuare a inseguire il sogno tricolore.
La Roma di Mourinho è ancora lì, nonostante tutto
Il copione sembrava già scritto, la partita sembrava una di quelle tipiche della Roma: le avversarie che rallentano, la possibilità di scalare posizioni, un’avversaria abbordabile di fronte. Il pareggio di Thauvin, al 57esimo, sembrava il perfetto compimento di una gara che non poteva che finire con una delusione. Poi qualcosa è cambiato. Poi si sono accesi i campioni. Dybala, innanzitutto, che porta in rete un pallone accarezzato da Bove, Azmoun e Lukaku. Tutti tocchi di prima, per un’azione da far vedere nelle scuole calcio. La Roma è lì, insomma. Al quinto posto, a tre lunghezze dal Napoli, a cinque dal Milan terzo. Una posizione che non fa che aumentare i rammarichi per un inizio stagione veramente inspiegabile.
Lazio – Sarri ai titoli di coda?
“Se fossi sicuro che è solo colpa mia andrei via”. Così parla Maurizio Sarri dopo la sconfitta contro la Salernitana della Lazio. Una sconfitta che fa scivolare i biancocelesti in 11esima posizione, dietro a Bologna, Monza, Frosinone, con l’Europa che conta lontana sette lunghezze. “Nei prossimi giorni comunque valuterò il mio futuro e se sarà colpa mia sarò il primo a prendere la decisione di andarmene parlando con Lotito. È necessario rompere l’immobilismo”. Dopo lo splendido campionato dello scorso anno, culminato con un secondo posto storico e l’accesso diretto alla Champions League, la Lazio sembra una squadra diversa, stanca, poco affiatata. È lontana insomma la forma del Sarrismo, il suo stile di gioco irriverente e sfacciato, bello e fluido. Oppure è soltanto un momento, un incidente di percorso, una pausa. Lo saprà dire solo il tempo. Così come sarà il tempo a dire chi sarà l’allenatore della Lazio nel 2024.