Osservatorio
Roma, il futuro di Mourinho? Un ritorno al passato

Per definizione, due rette parallele nel piano sono due rette tali da non intersecarsi in alcun punto. Non si incontrano, non si ritrovano. E gli enunciati, almeno quelli della geometria o dell’algebra, non sbagliano mai. Possono sbagliare, invece, quelli del calciomercato, il luogo del possibile, un po’ come la politica. Possono sbagliare, ma qualcosa di vero lo dicono sempre. L’enunciato che vede José Mourinho e l’AS Roma sempre più lontani, diversi, distanti come due rette parallele, forse non sbaglia.
La fine del piano, la data di scadenza, è quella di giugno 2024. Tra oggi e quel momento può succedere tutto, è vero. Ma certi enunciati non sbagliano mai.

Un José Mourinho pensieroso. Fonte foto: Ansa.it
L’interesse del Real Madrid
A mettere ancora di più in bilico il futuro di José Mourinho alla Roma ci sono i rumors di mercato, i sondaggi, le voci. A volte autorevoli, altre meno. A volte italiane, altre estere. Spagnole, ad esempio. Nella giornata di ieri, infatti, il portale Todofichajes.com ha parlato di Josè Mourinho come serio candidato alla panchina del Real Madrid, che a fine stagione saluterà Carlo Ancelotti, sempre più vicino alla panchina della nazionale del Brasile. Il primo nome sul taccuino dei Blancos, al momento, è quello del loro ex centrocampista e attuale tecnico del Bayer Leverkusen, Xabi Alonso. Qualora non dovesse concretizzarsi, ecco che le trame dell’agente Jorge Mendes, avvistato di recente proprio nella sede dei Galacticos, potrebbero avviarsi. Senza parlare poi delle lusinghe, non solo a parole, che arrivano dal campionato arabo, verso il quale lo stesso allenatore giallorosso ha recentemente speso parole di apertura.

Mourinho, tecnico della Roma. Fonte foto: Football Italia
Mourinho e la Roma, un rapporto finito?
Quello che appare evidente, ormai, è la diversità di vedute tra la dirigenza romanista e lo Special One. Diversità sul mercato, diversità sulla considerazione della rosa, diversità sugli obiettivi. I Friedkin, infatti, dopo l’arrivo di Romelu Lukaku sono stati chiari: l’obiettivo è la Champions League. O meglio: l’obiettivo deve essere la Champions League. Mourinho invece è rimasto sempre vago, generico, ributtando sulle altre, semmai, l’onere e l’onore di competere per quel piazzamento. “Ci sono club che hanno due formazioni” dice il portoghese. E forse è qui che il rapporto si è incrinato. E forse è proprio qui che il rapporto può raddrizzarsi: un piazzamento nell’Europa che conta potrebbe cambiare le carte in tavola. Così come lo farebbe una vittoria, un trofeo, un successo. O, per dirla alla Mou, “un titulo”.
