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I sogni e le parate di “Memo” Ochoa, il portiere mondiale
Se alla fine la Salernitana è riuscita a portare a casa almeno 1 punto, nella sfida contro il Sassuolo, il merito è soprattutto suo. Guillermo Ochoa ha parato di tutto, non riuscendo a salvare solo i due gol di Thorstvedt che alla fine sono valsi la rimonta dei neroverdi. Di bagher, di piede, di istinto, in tuffo, con il braccio di appoggio, sul primo palo. Il portiere messicano ha sfoggiato un’altra prestazione autorevole, mostrando una condizione da far invidia a molti.
In fondo il suo obiettivo è chiaro: salvare la Salernitana quest’anno, ma soprattutto raggiungere i Mondiali del 2026.
Un portiere formato Mondiale
Un articolo de L’Ultimo Uomo ha definito Ochoa come “il portiere più forte del mondo ogni quattro anni”. E in fondo qualcosa di vero c’è. Quando indossa la maglia del Messico e quando scende in campo per la rassegna più ambita del mondo del calcio, “Memo” si scopre supereroe, trovato numeri e gesti che fanno parlare di lui in tutto il mondo. C’è sempre un mondiale nel suo destino, come quello in Qatar, dove para un rigore niente meno che a Lewandowski.
Forse è proprio dopo quella partita che a Salerno decidono di puntare su di lui, riportando così in Europa un giocatore che aveva già tentato la strada del Vecchio Continente. Era il 2010, lo vuole niente meno che il Paris Saint Germain, ma le analisi mediche vanno male: c’è un sospetto di doping. In realtà era un’intossicazione alimentare, che aveva compromesso i risultati facendo uscire la positività. L’affare però salta e a restare di stucco non è solo Ochoa, ma anche la televisione messicana, che intanto aveva acquistato i diritti per la Ligue 1. Per questo il portiere, l’anno dopo, arriva comunque in Francia, sponda Ajaccio, per poi girovagare tra Malaga, Granada e Standard Liegi, prima di tornare in patria, all’America.
Il 13 nel destino di Ochoa
Con l’Ajaccio gioca da titolare, ma è una partita che fa finire il suo nome in prima pagina. Una partita proprio contro la squadra che lo voleva, il PSG. È il 2013 e Ochoa è insuperabile, ci riesce solo Cavani, ad un passo dal triplice fischio. Il 13, lo stesso giorno in cui è nato, il giorno in cui ha esordito con la nazionale, l’ora esatta in cui è scesi in campo con la maglia del Messico. Quel 13 che è sulle sue spalle anche a Salerno e che conta di avere anche nel 2026, quando i Mondiali si giocheranno proprio a casa sua, insieme al Canada e agli Stati Uniti. La Verde sarà qualificata di diritto, come nazione ospitante.
Ochoa invece quel diritto se lo deve conquistare. Avrà 41 anni e sarebbe il suo sesto mondiale. Un record nella storia del calcio. Il record giusto per un portiere mondiale.