La Opinión
Italia, ma ora si rischia davvero?

Una vana illusione durata 45′
Ieri sera è successo a Wembley quello che tutti molto probabilmente si sarebbero aspettati. L’Italia è caduta sotto i colpi di un’Inghilterra nettamente più forte e superiore. Una superiorità che è stata evidente dal punto di vista tattico, tecnico, organizzativo e soprattutto dei singoli. Questo va detto perché, nei primi 45′, gli azzurri hanno tenuto il campo alla grande e forse avrebbero meritato anche qualcosina di più del pari. Quel primo tempo però, che ha vissuto la sua apoteosi nel gol del vantaggio di Scamacca, è stato solo e soltanto una vana illusione. Un’illusione interrotta da un errore difensivo che ha portato al rigore di Kane. Soprattutto però a fare la differenza è stata una ripresa dove la squadra di Spalletti è apparsa inerme e impotente di fronte alla qualità di Bellingham e compagni.
Lo stesso commissario tecnico, nel post partita ai microfoni della Rai, ha parlato di una buona prova, ma viziata da superficialità e leggerezza. Insomma, la sensazione è che dietro si sia ballato troppo e siano mancati meccanismi e intesa. E, come ha detto bene l’ex allenatore del Napoli, certe cose a livello internazionale e contro Nazionali di un certo rango e livello finisci inevitabilmente per pagarle. Ma ora che cosa succede?
Tutto in due partite
Inutile nascondersi e fare troppi giri di parole: il rischio di un’altra figuraccia e di un’altra esclusione c’è eccome. E il fatto che sia decisiva, ancora una volta, una sfida contro la Macedonia del Nord, sembra quasi essere un’ironia della sorte e uno scherzo del destino. L’Italia dovrà infatti battere la squadra che l’ha eliminata dall’ultimo Mondiale. Perché solo così potrà presentarsi con maggiori chance a quella che sarà una vera propria finale: il match contro l’Ucraina, che si giocherà a Leverkusen soltanto tre giorni dopo.

Le partite contro Macedonia e Ucraina saranno decisive per l’Italia
Insomma, due avversarie assolutamente alla portata, ma occhio alla tensione, al nervosismo e alla paura. Spalletti ha detto di fidarsi di questi ragazzi. E senza alcun dubbio ieri, indipendentemente dalla sconfitta, ci sono stati dei segnali positivi. Il marchio del mister toscano inizia a vedersi, soprattutto nella personalità, nel pressing alto, nelle sovrapposizioni e negli inserimenti in profondità dei centrocampisti. C’è sicuramente da lavorare nella fase difensiva, perché sono bastate le giocate di Bellingham e l’astuzia di Kane per far saltare il banco. Le prossime sessioni a Coverciano serviranno per sistemare qualcosa. E per strappare il pass per Euro 2024. Un altro fallimento non può essere ammesso.
