La Opinión
Ma serve davvero così tanto cambiare allenatore?
Già due cambi allenatore in Serie A…
Si sa, la pausa per le Nazionali, alimenta riflessioni, ragionamenti e discussioni. E di spunti, visto quanto accaduto in questo primo mese e mezzo di campionato, ce ne possono essere davvero tanti. I risultati del campo stanno delineando la classifica e anche facendo, pian piano, capire quali sono i valori e chi può lottare per determinati obiettivi. Ma c’è ovviamente una questione che crea una sorta di vero e proprio doppio filo con quanto successo negli anni precedenti. Fin troppo chiaro il riferimento a quelli che sono i cambi di allenatore. In questa stagione ne sono già arrivati due: Andreazzoli ha sostituto Zanetti all’Empoli, mentre, proprio negli scorsi giorni, Filippo Inzaghi ha preso il posto di Paulo Sousa alla Salernitana.
Ma è servito a qualcosa? Se per i campani bisogna ovviamente aspettare che cosa succederà nelle prossime partite, per i toscani sono arrivati 4 punti in 4 sfide. Nulla di eccezionale e di straordinario, ma un modo per non rimanere fermi al palo, che ha per di più permesso di muovere leggermente la classifica e di ritrovare quantomeno lo spirito di squadra e di gruppo. Vedendo però in quanti sono stati messi in dubbio e in discussione, è lecito chiedersi se il cambio in panchina alla fine possa essere davvero la soluzione giusta.
…E quanti in discussione
Il pensiero va in primis a quanto successo in quel di Napoli, dove Rudi Garcia è stato messo in discussione dopo il ko casalingo con la Fiorentina. Il confronto con De Laurentiis ha portato a una fiducia, che sembra però più essere dipesa dai rifiuti ricevuti (Conte?) che da una vera e propria convinzione. Eppure, classifica alla mano e tenendo conto delle difficoltà che il tecnico ex Roma avrebbe inevitabilmente potuto trovare agli azzurri dopo il trionfo targato Spalletti, l’andamento non pare essere così negativo. Di Lorenzo e compagni sono infatti in piena corsa Champions e anche in Coppa hanno dimostrato di poter dire la loro, giocandosela alla pari con il Real Madrid.
Esempio molto simile per Maurizio Sarri. L’inizio zoppicante della Lazio ha portato a mettere in dubbio chi, lo scorso anno, è stato il condottiero di un secondo posto a dir poco inatteso. Critiche, voci e tanto altro hanno accompagnato una squadra che non riusciva a ritrovarsi. Le vittorie contro Celtic e Atalanta hanno scacciato le nubi. Allo stesso tempo però hanno fatto sorgere un pensiero: troppo spesso, nei momenti complicati, si ha bisogno di trovare un colpevole e di un capro espiatorio. E non sempre questo poi può portare a una risoluzione dei problemi.