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Dal Veneto a Las Palmas de Gran Canaria: Il lato oscuro di una nomade digitale
La vita dei nomadi digitali non è tutta ostriche e champagne come molti la dipingono. Dietro ogni nomade digitale si nascondono storie complicate di ragazzi e ragazze che hanno deciso improvvisamente di cambiare vita e mettere definitivamente una pietra sopra al passato.
La storia di oggi è quella di una Millennials veneta che ha lasciato il suo vecchio lavoro sicuro da dipendente a tempo indeterminato per trasferirsi a Las Palmas de Gran Canaria, città considerata da molti esperti come l’eden dei nomadi digitali.
Francesca, uso un nome fittizio, lavora nel settore della formazione online e da sei mesi ha aperto la partita iva spagnola. Francesca ha serie difficoltà ad integrarsi con la popolazione del posto e un rigetto (incomprensibile) per lo spagnolo. Parla solo inglese e lo fa in maniera impeccabile, ma quando in un paese straniero non prendi confidenza con la lingua de los lugareños l’adattamento diventa impossibile e rischi l’estinzione. Considerare l’inglese come la lingua che ti apre tutte le porte è sbagliatissimo, perché fuori dal mondo lavorativo esiste un universo parallelo e i colleghi soprattutto digitali cambiano in continuazione svanendo nella tua cronologia Whatsapp. Tutto scorre, tutto si consuma rapidamente e questo odio verso la lingua della città che ti ospita produce un isolamento che ogni giorno diventa sempre più pesante, trasformando la città che hai scelto per cambiare vita in una sorta di esilio forzato.
Francesca sembra un corpo estraneo a Gran Canaria, una stakanovista del nord che non è cambiata di una virgola rispetto all’esperienza italiana, una perfezionista che vive soffocata dalle sue pippe mentali in un posto in cui il tempo scorre lentamente e in cui la gente non ha mai fretta. Gran Canaria è una comunità autonoma molto più simile all’America Latina che alla Spagna, pertanto non adeguarsi ai ritmi e alla mentalità del posto rischia di rendere un film dell’orrore la tua pur coraggiosa esperienza lontana da casa.
Francesca non ha molti amici, praticamente solo qualche temporale collega di lavoro. L’unico punto di riferimento era proprio un ex collega che l’ha resa vittima di body shaming. La sua confessione sulla relazione è stata orrenda, soprattutto il capitolo finale che mi ha dato la conferma di quanto siano difficili nel 2023 le relazioni tra Millennals.
Francesca ha difficoltà anche a digerire le tasse imposte dal regime fiscale canario, soprattutto la Seguridad Social da versare ogni mese all’Inps spagnola, che dimezza praticamente la capacità di acquisto, il budget disponibile e quella serenità mentale che qualche soldino in più nel proprio conto corrente online garantisce.
La storia di Francesca è molto simile a quella di altre persone che hanno scelto di cambiare vita e trasformarsi in nomadi digitali. Queste due paroline magiche sono spesso osannate su Linkedin e altri social network, e quasi tutti cercano di dipingere questa figura professionale come il massimo a cui aspirare. Certo essere un nomade digitale di discreto successo ti permette di viaggiare e vivere in qualsiasi angolo del mondo, ma se non hai capacità camaleontiche questi cambiamenti radicali del proprio stile di vita possono incanalarti verso un barranco senza uscita.