La Opinión
Il Milan spaventa l’Inter: “Ehi, sappiamo ancora come si fa”

Il Milan non è morto, anzi. Il Milan sa giocare a calcio e lo ha dimostrato questo pomeriggio annichilendo la Lazio di Sarri. Quando i rossoneri sono in forma è uno spettacolo vedere la trame da gioco ideate da Pioli, trame verticali che sono in grado di far male a qualsiasi squadra della Serie A e d’Europa. In tutto questo Theo Hernández e Rodrigo Leão rappresentano i massimi interpreti del ‘Pioli pensiero’, come testimoniano i gol da cineteca che hanno firmato nelle ultime due stagioni.
Questo pomeriggio il Milan ha deciso di inviare un messaggio a tutti, soprattutto a quelli che reputano l’Inter favorita nel doppio confronto di Champions League, un match apertissimo che sarà deciso da episodi e dal giusto approccio psicologico al confronto, quest’ultimo da sempre a favore dei rossoneri.
A 600 km di distanza, un Inter brutta e solida è riuscita ad espugnare l’Olimpico e ad affossare (per il momento) le velleità Champions della Roma. È stata una sfida nettamente differente rispetto a quella di San Siro e dall’attitudine messa in campo dai giocatori di Mourinho – che hanno messo in seria difficoltà i nerazzurri – “sembra paradossale che la Lazio occupi il secondo posto in questo campionato“.
La Roma ha dato tutto con una rosa falcidiata dagli infortuni e qualche episodio sfortunato che avrebbe potuto cambiare l’inerzia della gara. Matic ha dimostrato ancora una volta a 35 anni la sua classe lottando e oscurando parzialmente un Brozovic sontuoso. É stato questo il duello più bello della gara.
All’Inter è mancato l’apporto di Mkhitaryan, giocatore chiave per Inzaghi, e il supporto di Correa, ormai una voce fuori dal coro nerazzurro. All’Inter è mancato anche il giusto approccio alla gara, ma è giustificabile vista l’importanza della gara di mercoledì sera.
Questa vittoria per l’Inter è una delle più importanti della stagione, perché senza un posto in Champions il progetto nerazzurro rischia di essere ulteriormente ridimensionato. La Champions è un plus, lo sanno i dirigenti, lo sappiamo noi ‘giornalai’, anche perché esiste una disparità di livello tra la parte del tabellone delle milanesi e quello dei giganti Real e City.
