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Cronaca

Schwazer confessa in lacrime: “Non sono riuscito a dire no al doping. Ma ho fatto tutto da solo”

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Alex Schwazer, campione olimpico di marcia su strada nel 2008

BOLZANO, 8 AGOSTO 2012 – ”Alla fine dello scorso anno, dopo tre anni molto difficili e travagliati, non sono stato piu’ capace di dire no al doping”. E’ stato questo l’esordio della conferenza stampa di Alex Schwazer, campione olimpico a Pechino 2008.

NESSUNO SAPEVA NULLA. ALEX IN LACRIME“Quando il 30 luglio si sono presentati a casa mia per i controlli non avevo la forza di chiedere a mia madre di dire che non ero a casa. Avrei potuto farlo, ma non vedevo l’ora che tutto finisse; non è stato facile dire a Carolina che in frigo non c’erano vitamine B12, ma epo. Mi vergogno tanto. Carolina non sapeva niente”. La Carolina in questione è naturalmente la Kostner, compagna di Alex. Le lacrime con le quali lo specialista della marcia interrompe le proprie parole danno a capire tutto il dolore e il dispiacere accumulato nei mesi passati e sono simbolo di un sincero pentimento. “Avevo la nausea della marcia, non ne potevo più degli allenamenti. Alla mia fidanzata piace il pattinaggio, io faccio marcia perché sono bravo, ma non ho piacere a faticare. La differenza tra il mio rapporto con lo sport e quello di Carolina è questo“.

ALEX PENSA AL FUTURO – Pur volendo mostrare tutta la comprensione e la bontà possibili, il passato non si può cancellare, purtroppo. “Domani vado a Bologna perché devo restituire il tesserino e la pistola dei Carabinieri“. Proprio così. Ora è il tempo delle conseguenze e non sarà facile per Alex. Comunque sia, il talento altoatesino ha sottolineato di aver “fatto tutto da solo. Non devo coprire nessuno, perchè è stata l’unica volta in cui ho preso questo farmaco, acquistato in Turchia e l’ho iniettato da solo“. La conferenza stampa si chiude con una speranza che assomiglia tanto ad un grido d’aiuto: “Spero di poter essere dopo tutto questo, comunque, un esempio per i giovani“. Caro Alex, la risposta la lasciamo ai posteri. Di certo,tutti noi ci chiediamo una sola cosa: perchè?

Antonio Fioretto

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