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Alex Schwazer, (ex) faccia pulita dello sport italiano

LONDRA, 8 AGOSTO – Ci eravamo tutti affezionati alla sua faccia pulita. Quando a Pechino, al termine della 50 km di marcia, vedemmo esultare avvolto dal tricolore lui, Alex Schwazer, l’atleta italiano che aveva appena vinto la medaglia d’oro e che non riusciva a cacciare fuori dal petto il suo grido di gioia perché annegato nella commozione del suo pianto.
IL PRIMO SCHWAZER – Così cominciammo a conoscere un ragazzo schivo e umile, ci piacque l’idea di un campione nuovo che viveva in una baita nel borgo di Vipiteno, Bolzano, insieme alle sue mucche lassù sulle Alpi. Amico di colleghi, allenatori e giornalisti, fidanzato della pattinatrice Carolina Kostner, con i suoi timidi occhi azzurri si era guadagnato la fiducia e la stima di tutti. Per Franco Bragagna era il suo “fratello minore”, per Michele Didoni, suo allenatore, era come un familiare. E per tutte le mamme era il ragazzo ideale a cui dare in sposa le loro figlie.
IL TRADIMENTO DI ALEX – Proprio per questo, la notizia di ieri suona come un tradimento per coloro che avevano tifato per lui, per quelli che con lui in quel pomeriggio di Pechino avevano unito le loro lacrime alle sue, il loro sudore col suo sudore. C’è di più: la positività proietta inevitabilmente brutte ombre su quel successo. Quella medaglia d’oro così bella e luccicante però era diventata una condanna al collo dell’altoatesino. Un anno dopo, ai Mondiali di Berlino si ritirò per problemi allo stomaco, agli Europei di Barcellona arrivò secondo, ai Mondiali di Daegu del 2011 si classificò nono. Alex Schwazer, il campione olimpico, non riusciva più a vincere. Il peso di pochi etti di quella medaglia d’oro lo stava schiacciando. La pressione di confermarsi all’altezza dei suoi standard era diventata insostenibile.
Quelli che conoscono Alex faticano ancora a crederci, suo padre fa mea culpa, ammettendo di non essersi accorto del malessere del figlio. L’augurio è che dopo questa caduta, Alex riesca a risollevarsi e a marciare come ha sempre fatto. E se non ritornerà a farlo nello sport che ama di più, si spera che possa farlo in una mattina, quando guarderà riflesso nello specchio quella sua faccia che un giorno ritornerà ad essere pulita.
a cura di Giuseppe Alessi
