La Opinión
Italia, un calo giustificato dai troppi impegni: il rischio è di arrivare all’europeo con il fiatone. La delusione è l’Under 21

Sono piovute critiche eccessive alla nazionale italiana malgrado le due vittorie in altrettante partite. Se si pensa all’era Ventura, culminata con una ridicola eliminazione al mondiale, anche uno 0-2 in Bulgaria è oro colato. Lo è davvero, indipendentemente dalle memorie del 2017. Il primo dato è notevole: l’Italia in Bulgaria non aveva mai vinto. Certo, Galabinov è un cliente meno scomodo delle generazioni passate, ma tre punti per le qualificazioni mondiali sono sempre tre punti. Sei, se sommati a quelli racimolati contro l’Irlanda del Nord. E senza subire neanche una rete. Mancini, di fatto, colleziona il 24esimo risultato utile consecutivo, confermando la bontà del suo lavoro in nazionale.
È vero che l’Italia ha mostrato un calo rispetto alle scorse uscite, palesato principalmente nel secondo tempo del Tardini di giovedì scorso e in alcuni spezzoni della gara con la Bulgaria. È fisiologico: la maggior parte dei ragazzi a disposizione di Mancini arrivano da calendari estenuanti e la preparazione raffazzonata delle due settimane di agosto si avverte. È un problema che riguarda tutte le big: la Spagna ringrazia Dani Olmo per averla salvata da un umiliante 1-1 in Georgia. La Germania supera di misura la Romania e la Francia, prima di battere 2-0 il Kazakhistan, ha pareggiato per 1-1 con l’Ucraina. Insomma, le big stanno accusando un po’ di fiatone. In questo senso, i sei punti in due partite, con quattro reti fatte e nessuna subita, dell’Italia, vanno rivalutati in senso positivo.
È però giusto avere un paio di remore sugli Europei. Se a marzo le gambe già pesano e le energie vengono meno, come arriverà la nazionale di Mancini a giugno, con un campionato che finirà il 28 maggio. L’unico auspicio per il ct è che i piazzamenti siano decisi con qualche giornata di anticipo in modo da far rifiatare qualche elemento. L’Under 21 invece delude e non tanto per i risultati: domani si gioca il tutto per tutto per il passaggio del girone con la Slovenia, potendo riabilitare gli appena due punti in due partite. A preoccupare è più la qualità di quanto si vede in campo: eccessivamente attendista, la formazione di Nicolato fa fatica a proporre un gioco degno di nota e costruire. Certo, picchiare, difendere e ripartire è una formula che ha sempre funzionato nella storia della nazionale italiana, ma quando si parla di giovani sotto i ventun anni ci si aspetterebbe un’altra tipologia di mentalità.
