La Opinión
Adesso basta: liberate Diego

Se c’è una cosa bella dell’eredità di Diego in questi giorni di trambusto a mezzo social, è la sua iconografia.
Vediamo Diego sempre sorridente, giovane, con il passo felpato e danzante che lo distingueva in campo, con i suoi immancabili ricci scuri, gli occhietti vispi e il sorriso beffardo tipicamente sudamericano.
C’è di bello che il San Paolo, ops, il Diego Armando Maradona, s’è vestito a lutto eppure con quell’aria di festa di chi celebra un immortale.
Diego è in ogni ragazzo di Napoli che inseguirà un pallone anche sotto la pioggia e nel fango. Ma, c’è un ma. Ce n’è uno bello grosso che s’insinua come un tarlo. Parte dai social, ma coinvolge gli organi di stampa e opinionisti vari.
Adesso basta: liberate Diego, lasciate riposare un uomo che in vita non ha mai avuto pace e libertà. E invece: i figli, l’eredità, le indagini, i medici, addirittura le foto della casa in cui è morto, a voler spiarlo con la lente d’ingrandimento anche dopo morte. Come se le foto con la salma non fossero una porcheria sufficiente.
E’ il momento di smetterla, andare avanti ed evitare gossip oppure opinioni non richieste sul Diego che fu. Quanto all’artista, quello potrà essere celebrato nei secoli dei secoli
