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“Get out of here”: Jimmy era un senzatetto, ora vuole vincere l’anello

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“Non voglio che le persone provino compassione per me. Le difficoltà che ho attraversato mi hanno reso l’uomo che sono”. È la frase che Jimmy Butler ha pronunciato in merito alla sua storia. Una storia di buio e, poi, di rinascita.
Jimmy nasce a Tomball, sobborgo di Houston, costretto sin da piccolo a crescere senza un padre che ha abbandonato la sua compagna dopo aver scoperto che quest’ultima era rimasta incinta. Quella stessa madre lo sbatterà via di casa a 13 anni dicendogli “Non mi piace l’espressione della tua faccia. Devi andartene”.

Che la vita non gli avesse propriamente sorriso Jimmy lo aveva capito fin da subito. Per i successivi quattro anni, infatti, si ritrova a vagare per la città alla ricerca di ospitalità e di un posto in cui dormire, aiutato spesso da alcuni amici, e facendosi bastare 10 dollari a settimana. Passa molte notti nei rifugi per senzatetto o addirittura per strada. Ma se la vita nei sobborghi malfamati di Houston alimenta la criminalità, non è questa la scelta che compie Jimmy: sempre attento a non entrare in brutti giri, continua ad andare a scuola e si dedica alla sua più grande passione: giocare a basket. Col suo pallone tra le mani si sposta da un campetto all’altro, pronto a mettere in mostra le sue incredibili doti.

JIMMY BUTLER, LA SVOLTA

Tutto cambia quando a 17 anni incontra il suo futuro migliore amico e fratello, Jordan Leslie. I due si incontrano su un playground e dopo una gara da 3 punti, vinta naturalmente da Butler, il primo invita Jimmy a casa sua per passare la notte giocando ai videogiochi. La mamma di Jordan, Michelle Lambert, si convince a far restare Jimmy per qualche notte. Successivamente quelle poche notti divennero settimane e le settimane divennero mesi. Dopo qualche iniziale perplessità a causa della sua non buona nomea (si diceva fosse un ragazzo problematico), Michelle si convince: nonostante avesse già 7 figli a carico, voleva occuparsi anche di Jimmy, che finalmente trova una famiglia. È da quel momento che l’amore di Michelle, ormai una madre anche per lui, cambierà totalmente la sua vita e si trasformerà in una costante che lo accompagnerà fino ad oggi. Michelle si interessa a lui, lo tratta come gli altri, lo stimola, lo sprona, lo supporta. E lui la ripaga in soddisfazioni cimentandosi in quello che gli riesce meglio: giocare con la palla a spicchi.

FINALMENTE L’NBA!

Grazie alle sue qualità, viene ingaggiato dalla prestigiosa Marquette, una delle università più conosciute d’America, collezionando strepitosi risultati, riuscendo a farsi apprezzare dai vari coach per grinta, costanza e talento. Nel 2011, a 21 anni, la svolta: si dichiara eleggibile per il Draft NBA. Però, malgrado le ottime prestazioni a Marquette, non è ancora sicuro di essere scelto da una squadra NBA, la concorrenza è davvero mostruosa. Ma non si fa scoraggiare. A Porthmouth sta per essere organizzato un torneo particolare, dove possono mettersi in mostra tutti i giovani prospetti che ancora non sono sicuri di essere scelti al Draft. Quella è la sua occasione: gioca in maniera divina e le franchigie NBA mettono gli occhi su di lui! Poi, finalmente, la consacrazione: i Chicago Bulls, una delle squadre più titolate di sempre, decidono di selezionarlo alla trentesima posizione assoluta. Jimmy diventa ufficialmente un giocatore dlel’NBA.

… DAL BUIO ALLA LUCE

Da lì, il resto è e diventerà storia, la sua nuova storia. Vincitore del premio di NBA Most Improved Player nel 2015, selezionato due volte nell’All-NBA Third Team (2017 e 2018), quattro volte nell’NBA All-Defensive Second Team. Partecipa per cinque volte all’NBA All-Star Game (dal 2015 al 2018 e nel 2020). Con la Nazionale USA vince le Olimpiadi 2016. Dopo l’esperienza con i Chicago Bulls, i Minnesota Timberwolves, i Philadelphia 76ers e, dal 2019, i Miami Heat. Oggi, con loro,  si sta giocando l’accesso alle Finals di NBA. Nell’ultima partita, gara 4 delle finali di Conference contro i Boston, ha collezionato 24 punti, 9 rimbalzi e 3 assist.

“Get out of here”, la frase che gli pronunciò la madre sbattendolo fuori di casa, oggi Jimmy la ascolta solamente in quel campo in cui è finalmente diventato qualcuno. E no, non parliamo di un cestista famoso e super pagato, ma di un ragazzino che ha raccolto il suo bagaglio di ferite e di delusioni e lo ha trasformato in luce. Di un ragazzino che, da senzatetto, ha trovato una famiglia, degli amici, dei sogni. Quei sogni che, oggi, finalmente, possono diventare realtà.

Alessandra Santoro

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