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La Opinión

Governo sentenzia: il calcio non riparte

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Niente calcio per il governo

La ripresa agli allenamenti di alcune squadre, con le dovute precauzioni, aveva già gettato euforia tra addetti ai lavori e soprattutto i tifosi. Costretti in casa da ormai un mese e mezzo, ecco che la speranza e il barlume di luce di rivedere i propri beniamini in campo faceva intravedere la possibilità non più così lontana e remota di tornare a vedere il calcio in tv. E invece tocca aspettare ancora, forse più di quanto ci si poteva immaginare nelle peggiori delle aspettative: questo almeno quanto filtra dalle maggiori cariche politiche, se spettasse al Governo l’ultima decisione difficilmente rivedremmo del calcio a breve-medio termine.

Al momento non do per certa né la ripresa degli allenamenti il 4 maggio né del campionato. L’eventuale ripresa degli allenamenti non deve dare l’illusione alle società che questo voglia dire riprendere il campionato“, è la prima doccia fredda che giunge dal Ministro dello Sport Spadafora.

Ancor più crude e nette sono invece le parole del Ministro della Salute Speranza, di nome ma non di fatto nelle sue dichiarazioni, difficilmente però non condivisibili: “Sono un grande appassionato di calcio ma, con oltre 400 morti al giorno, con sincerità è l’ultimo problema di cui possiamo occuparci“. 

La maggiore delle problematiche è legata all’apertura degli stadi, luogo totalmente inadeguato e in contrasto con il clima di segregazione ed isolamento che si vive da settimane: nemmeno col passare di altri mesi è possibile immaginare di contenere in un unico impianto migliaia di persone, soprattutto in determinati siti della penisola italiana.

E poi c’è un documento firmato da ben otto società della Serie A, non meglio identificate, che si chiedono “Quali effetti giuridici potrebbero subire calciatori o club se il campionato si interrompesse di nuovo per il contagio da coronavirus?L’assunzione del rischio di un fatto non più imprevedibile potrebbe ricadere sul club che si è assunto il rischio di prosecuzione pur in presenza di un rischio incalcolabile, schierandosi dunque apertamente contro la ripresa del campionato.

Sono ore caldissime, non resta che attendere l’ultima parola: i tifosi fremono, gli addetti ai lavori sperano. La palla, si teme, resterà ferma ancora per un bel po’ di tempo.

Giornalista pubblicista, coordinatore presso SportCafe24 da oltre due anni. Amo lo sport in ogni sua forma e disciplina, raccontandolo con la voce di chi spesso non ne ha una, con un unico valore trainante. La verità: nel più profondo dei suoi significati.

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