GARA DI TESTA – C’è poco da dire, gli azzurri hanno messo in acqua una gara quasi perfetta: in partenza scattano gli sloveni guidati dal 40enne Iztok Cop, guardinga l’Italia, attardata, come sempre nelle prime battute, la coppia neozelandese. Gli sloveni sembrano prendere il largo, ma ai 1000 metri rientrano gli azzurri, capaci addirittura di allungare e passare ai 1500 in testa, in solitaria. Ai 1600 si scatena però la potenza dei due neozelandesi, Nathan Cohen e Joseph Sullivan, che in meno di 300 metri recuperano una lunghezza di svantaggio e riescono a mettere la propria prua in testa alla corsa. Il finale è mozzafiato: gli azzurri sembrano stanchi, sanno che l’oro non è raggiungibile, ma vogliono resistere all’assalto sloveno. E, alla fine, missione compiuta: è argento!
STRANA COPPIA – Gli azzurri, entrambi laziali e appartenenti alle Fiamme Gialle, sono il frutto di una straordinaria storia di sport e vita: Romano guardava Alessio vincere l’oro nel 4 di coppia a Sidney 2000 e allora nacque l’amore per questa disciplina, per il sudore e per la fatica del canottaggio. Romano Battisti aveva 14 anni e, forse, non si sarebbe mai aspettato che 12 anni dopo avrebbe vinto l’argento Olimpico proprio assieme al suo mito, Alessio Sartori. Sugli spalti le mogli, i 2 figli di Alessio e il piccolo, appena 20 giorni, di Romano. E’ veramente una festa.
Angelo Chilla