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Dzeko vs El Shaarawy, il naufragio di una stagione

La vicenda è stata ampiamente riportata in settimana, laddove la pausa per le nazionali ha privato i quotidiani sportivi di argomenti calcisticamente più appetibili. Intervallo di Spal-Roma, Dzeko ed El Shaarawy si scambiano qualche carineria di troppo, sfiorando il contatto fisico (non si è capito con quale intensità, nè se effettivamente ci sia stato); Ranieri, imbufalito, sostituisce il Faraone, che non la prende benissimo. I motivi del contendere pare fossero legati ad un mancato passaggio da parte dell’italo-egiziano verso il bosniaco, ma a questo punto della stagione è inutile nascondere la polvere sotto il tappeto. I due non si sono mai amati, e questo litigio sintetizza perfettamente il disastro della zattera Roma.
I precedenti
Segnali di scarsa affinità tra Dzeko ed El Shaarawy erano stati palesati già nel corso del campionato, quando più volte si era notata una certa insofferenza da parte del bosniaco verso il suo partner d’attacco. A Roma si sussurra che Edin preferisca giocare con Diego Perotti, evidentemente più affine al modo di giocare del Diamante di Sarajevo. Screzi normali, se rimanessero circoscritti all’ambito sportivo. Invece, il nervosismo che Dzeko non ha mai nascosto ha fatto da colonna sonora a quella banda di musicisti in erba che indossano, assai poco degnamente, la maglia giallorossa. A Firenze, nella umiliante spedizione di Coppa Italia, il bosniaco aveva scambiato effusioni anche con Bryan Cristante, tanto per raffreddare il clima in una serata che più amara non si poteva. A pagare il conto più salato, chiaramente, è stata la squadra. Dzeko ed El Shaarawy sono i due principali marcatori presenti in rosa, il fatto che non scorra buon sangue è sintomatico dello stato putrescente in cui versa il cadavere Roma.
Una scossa mancata?
A Claudio Ranieri è stato chiesto un miracolo. Assumere la guida di una ciurma sgangherata e guidarla verso il porto sicuro della Champions League. Un’impresa che, benché ai punti tutt’altro che impossibile, ha assunto ben presto i connotati di un’illusione. I giocatori non credono più nella possibilità di raggiungere l’obiettivo, in molti stanno già pensando al calciomercato estivo. Tra questi, anche Dzeko ed El Shaarawy, possibili sacrificati sull’altare del bilancio. Per il primo pesa l’età ed un ingaggio importante, per il secondo un contratto in scadenza fra due anni che richiama la necessità, eventualmente, di monetizzare il prima possibile. Qualora non arrivasse la Champions League, sarebbe rivoluzione, l’ennesima della Roma americana. Che si tramuti in una rivoluzione mancata, come le altre che l’hanno preceduta, dipenderà da chi ne guiderà l’attuazione. Ciò che fin qui è mancata, sicuramente, è stata la scossa. Un litigio può essere espressione di una volontà feroce di arrivare, di rispondere con la rabbia alle difficoltà. Quando diventa frustrazione, il flusso vitale si spegne. Ranieri sta lavorando molto sulla testa e sul senso di appartenenza, ma almeno per ora le corde giuste non hanno suonato la musica che il tecnico di Testaccio sperava. La clessidra ha ormai iniziato a rilasciare gli ultimi granelli di sabbia.
