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La Opinión

Piatek non somiglia a nessuno: basta paragoni inutili

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Piatek non somiglia a nessuno: basta paragoni inutili

Krzysztof Piatek ormai non ha più bisogno di presentazioni. Dal Genoa al Milan non ha perso il vizio del goal, che pian piano si sta trasformando in una incredibili abitudine. Addirittura in una dipendenza.

Gennaro Gattuso dice che come i neonati ripetono ”mamma, mamma”, Piatek ripete ”goal, goal”. Un’ossessione, sicuramente positiva, che lo porta ad essere ”Robocop” (sempre per citare il mister rossonero’) e ad allenarsi con una costanza e concentrazione impressionanti.

Il fiuto

Di certo il fiuto del goal a Piatek non manca, e lo ha perfettamente dimostrato nelle sue prime gare con il Milan. Pur se molti lo definivano forte e incisivo solo poiché era in forza in una squadra di bassa classifica come il Genoa, il pistolero ha dimostrato di non temere niente e nessuno. E pur se i difensori di Serie A si sono passati i consigli su come marcarlo (per citare Caressa che chiudendo gli occhi gli preferiva Higuain), il polacco non teme nessuno, tantomeno San Siro. Spesso uno stadio del genere ti impone la sua pesantezza e ti rende le gambe incredibilmente pesanti. Non nel caso di Piatek che ha segnato 6 goal nelle sue prima 4 partite in maglia rossonera, sembra essere semplicemente uno stimolo.

Ha una particolare dote, segna in qualsiasi modo e in qualsiasi momento. Non ha preferenze: che sia di testa, di piede, di girata al volo, dopo uno stop, lui sa sempre cosa deve fare. Più che un classico calciatore, sembra un uomo nato per spostare la palla dal rettangolo di gioco alla rete. Senza bisogno di faticare troppo. Quando gli arriva la palla, la spinge oltre la linea. Una semplicità disarmante che lo rende sempre più impressionante. Per fare un esempio, contro l’Atalanta nel primo tempo stava disputando una partita da 5,5 in pagella, nulla di più. Poi all’improvviso Ricardo Rodriguez gli serve un buon pallone e segna un goal incredibile. Gli è bastato un pallone: sentenza Piatek.

Inutili paragoni

Ha il fiuto per il goal, ha un ottimo scatto in profondità, sfrutta ottimamente il posizionamento. Inzaghi, Shevchenko, Van Nistelrooy, Van Persie, Van Basten, Crespo e chi più ne ha più ne metta. Piatek dovrebbe somigliare a mezzo mondo e a mezza storia del calcio. Inzaghi aveva il fiuto del goal, ma tecnicamente era inferiore; Shevchenko era molto più bravo palla al piede e svariava su tutto il fronte d’attacco; Van Nistelrooy e Van Persie non avevano un fiuto del genere e solitamente dovevano toccare più palloni; Van Basten era più completo e più puro nei movimenti; Crespo era meno duttile. Per ogni giocatore che si nomina, si spreca un paragone. Si perde tempo, semplicemente.

Ed è per questo che sorge spontanea una domanda: per quale motivo bisogna per forza cercare un paragone? Perché Piatek non può semplicemente essere Piatek? Ha doti straordinarie sia dal punto di vista mentale che dal punto di vista atletico/sportivo…non è abbastanza?

E come se non bastasse, si scomodano alcune divinità del calcio -tra cui divinità rossonere, come Inzaghi, Shevchenko e Van Basten- che effettivamente non avevano somiglianze con altri giocatori del passato. Anche per questo bisogna puntare sul pistolero: è unico nel suo genere!

Piatek non somiglia a nessuno, se non a se stesso.

 

Speaker radiofonico, radiocronista di Serie A/Champions League, studio Sport and Football Management e alleno in una scuola calcio: vivo per questo sport.

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