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Chi e cosa non è Gonzalo Higuain?
Pubblicato
3 anni fa|
Editor
Gennaro Donnarumma
Negli ultimi mesi è stato l’ombra di se stesso, un calciatore mediocre rispetto a quello visto in passato con le casacche di Napoli e Juventus. Tutto, fuorché il surplus capace di trascinare un Milan voglioso di tornare ai fasti di un tempo. Doveva essere l’anello in più, finora è stato quello mancante. Una cosa è sicura: di questo Gonzalo Higuain il Milan non ha bisogno. Ma, anzitutto, c’è da chiedersi chi e cosa non è Gonzalo Higuain. Questo, Gonzalo Higuain, protagonista della nostra polemica della settimana.
Chi è Gonzalo Higuain: radiografia di un attaccante
Voluto fortemente in Europa da Don Fabio Capello, ai tempi del Real Madrid, nel 2006, Higuain era il grande talento del River Plate che doveva stupire con la casacca Merengues. E, da un lato, ci è riuscito: si è scoperto un grande attaccante, con la camiseta blanca, capace di segnare molto in uno dei club più prestigiosi al mondo e con una casacca, forse la casacca, più pesante di tutte. Ed Higuain un grande centravanti si è confermato in Italia, prima al Napoli, poi alla Juventus dove, con i suoi gol, i bianconeri hanno vinto altri due scudetti. Ma probabilmente, questo va detto senza timore di smentite, quei due tricolori, di cui il secondo parecchio faticato grazie al Napoli, sarebbero stati vinti dalla Vecchia Signora anche senza il Pipita: troppo forte l’armata bianconera, troppo superiore nella qualità dei singoli rispetto alle concorrenti. E si sa, a certi livelli, un singolo può decidere una stagione. È toccato ad Higuain, ma poteva starci al suo posto un Dybala o un Mandzukic. Giocatori di talento e mentalità.
Cosa è Gonzalo Higuain? Non un leader
Abbiamo detto che Gonzalo Higuain è un grande attaccante e su questo non ci piove: il suo percorso in Liga e in Serie A è un curriculum di tutto rispetto. Ora passiamo alla seconda domanda: cosa è, o meglio, non è Gonzalo Higuain? Un leader, di sicuro. E lo sta, purtroppo, dimostrando tutto in questi mesi. Avete letto bene. Non è un periodo di appannamento, non è il Milan, che quasi sembra troppo poco, o forse, niente, per l’ego del Pipita. La verità, nuda e cruda, diceva Danton, è che il Pipita ha già vissuto un momento così. Praticamente sempre: al Real Madrid, quando pure Mourinho lo preferiva a Benzema, non è mai emerso da solo. Mai capace di caricarsi la squadra sulle spalle. A Napoli, ugualmente, nel biennio di Benitez, non ci è riuscito. A Milano, praticamente, sta vivendo la stessa situazione. Due sole volte non è successo. La prima, a Napoli, quando Maurizio Sarri gli cucì praticamente addosso una squadra votata a lui totalmente. E a Torino, ma solo perché, dicevamo poc’anzi, il Pipita era una stella tra le stelle. Come a Madrid, seppur con qualche differenza. Se la matematica non è un’opinione, ma una questione di logica, i conti tornano. Ed è impensabile che un uomo di calcio come Gattuso, che giura di voler chiudere a casa sua l’argentino, non se ne sia accorto.
Higuain, futuro a tinte Blues?
Probabilmente, in un progetto da costruire, l’argentino non è il centravanti ideale. Meglio se inserito in contesti già pronti e rodati. Troppo sperimentale, questo Milan, per un grande centravanti che non sa essere leader. O che non ha saputo esserlo a dovere. Quale futuro, dunque, per Higuain? Dalle ultime notizie circa la Supercoppa italiana, che si giocherà domani, trapelano clamorose indiscrezioni: l’argentino, qualora nelle ultime ore diventasse serio l’interesse del Chelsea, potrebbe sedersi in panchina. Significherebbe finire un’avventura in meno di sei mesi, un unicum praticamente. Un naufragio. Forse anche annunciato, per molti versi. A Londra, ad aspettarlo, c’è un certo Maurizio Sarri. L’uomo che ha fatto scoprire ad un centravanti di essere grande. Allungandogli la carriera. Ora, lo stesso Sarri, dalle sponde del Tamigi, pare l’unico capace di potergliela salvare, questa carriera…
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