Cagliari
Barella per tutti: 60 milioni da manicomio
Pubblicato
3 anni fa|

I tempi cambiano, le valutazioni sono ormai folli, il mercato è letteralmente impazzito. Una costante non si è persa con gli anni, il prezzo del Made in Italy. Una conferma che pare giungere anche da questa sessione di mercato invernale, quei pochi buoni rimasti ce li facciamo pagare carissimo, giusto così. Ma lo è anche per la crescita del nostro calcio, vedere l’ennesimo buon prodotto nostrano migrare oltre confine a causa dei prezzi folli ed insostenibili per le nostre società?
L’ultimo protagonista de “i cervelli in fuga” è Barella, centrocampista e motorino instancabile del Cagliari che dovrebbe accasarsi al Chelsea di un altro nobile pezzo del calcio nostrano, Mister Sarri, per la bellezza di 60 milioni di euro circa. Una cifra che appare evidentemente incomparabile per i club del Belpaese, Juve a parte, il quale non necessitava di un simile esborso per il reparto in questione.
Ecco dunque come un’offerta pazza butta fuori dal mercato colossi come Inter e Napoli, costretti a guardare probabilmente per l’ennesima volta un pezzo pregiato e giovane del nostro campionato andare via all’estero, per l’incapacità di sostenere determinati investimenti. Eppure, una domanda sorge spontanea: ma sicuri che queste siano le cifre giuste?
Barella-Chelsea: offerta monstre dall’Inghilterra
Non ce ne voglia il classe ’97 del Cagliari, per carità, buonissimo centrocampista già lanciato dal Ct Mancini in pianta stabile nella Nazionale azzurra, capace da ormai tre stagioni di essere punto fisso di una piazza nobile della Serie A e con diversi bonus già a referto, a dimostrate la completezza tecnica e versatilità tattica di questo piccolo ragazzo. Sessanta milioni però, sembrano un’assurdità vera e propria, per chi ancora non vanta una sola presenza in campo europeo, per chi non è mai uscito dall’isola felice della Sardegna e che ancora deve dimostrare di aver compiuto il definitivo salto di qualità.
Vero, Verratti è quello che è oggi passando al Psg senza nemmeno aver calcato la A: Serie B col Pescara e direttamente in Champions League, ma fu pagato una cifra irrisoria, a differenza di quello che vede protagonista il buon Barella. E allora, caro Presidente Giulini, perché non provare a far il bene del calcio italiano, abbassando di qualche milioncino le pretese e permettendo al Made in Italy di restare in Italia, facendo nuovamente grande il campionato nostrano ed aiutando le nobili decadute del nostro calcio a risorgere, partendo proprio dai pochi pezzi pregiati ormai rimasti in un mare di stranieri incapaci?
Lasciamo che i nostri soldi, i nostri giovani, girano all’interno dei nostri confini: sarebbe un bene per tutti, per Cagliari e Giulini in primis.
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