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Le 5 dichiarazioni più folli di sempre

Per fortuna il calcio è tanto altro, ben oltre quei 22 scemi che corrono dietro ad un pallone, luogo comune abusato fra chi per sport denigra la disciplina più diffusa ed amata al mondo. Questo perché nei decenni di personaggi che hanno marchiato in modo indelebile il mondo del pallone ne sono passati a bizzeffe, ma che hanno saputo farlo con le parole, si contano sulle dita di una mano. Ecco perché vi proponiamo le cinque dichiarazioni più divertenti e indimenticabili, in particolare contestualizzate alla partita delle partite per noi italiani, Inter-Juventus.
Peppino Prisco: “Quando stringo la mano a uno juventino mi conto le dita…”
La premessa era che dopo averla data ad un milanista semplicemente se la sarebbe lavata, prima di colpire i “gobbi” con quell’ironia e cinismo tipico del fare milanese di un grandissimo personaggio, al di là dei colori. Peppino Prisco ha incarnato alla perfezione l’essere interista bauscia, capace di soffrire eternamente e di godere come nessun altro, con sobrietà ed un attaccamento alla società unico, privo da strafottenza e campanilismo. Per questo, amato da tutti ed impossibile da odiare.
José Mourinho: “Prostituzione intellettuale, sono al fianco di tutti gli allenatori che hanno perso punti contro la Juventus per errori arbitrali”
Un monologo di 7 minuti per la più leggendaria delle conferenze stampa nell’epoca recente. Tanti gli argomenti che furono toccati, ma la stoccata alla Juventus resta celebre. Nemmeno la nomina, facendo riferimento a “quella squadra con le strisce bianche e nere..” che aveva raccolto tanti punti grazie ad errori arbitrali Bene, lui si disse vicino moralmente a quegli allenatori vittime di tali ingiustizie, spostando magistralmente l’attenzione sul momento non felice dell’Inter. Lo Special One era riuscito ancora una volta nell’intento, magistralmente.
Gianni Agnelli: “Che vinca il migliore, o che vinca la Juve? Beh, fortunatamente molto spesso le cose coincidono”
Parlando di Prisco, non si può citare l’Avvocato. E se si pensa al derby d’Italia, al sano sfottò, a polemiche mai sfociate nella violenza verbale o nella volgarità, il nome di Gianni Agnelli cade a pennello nel contesto. Sono in realtà svariate le dichiarazioni celebri accostabili allo storico Presidente bianconero, ma questa più di tutte si addice alla mentalità vincente tipica della Vecchia Signora.
Gianni Brera: “L’Inter è squadra femmina, quindi passionale, volubile, e pertanto agli antipodi del pragmatismo che caratterizza la Juventus”.
Nessuno ha saputo raccontare il calcio come lui, i neologismi si sprecano, molti degli slang oggi utilizzati non solo dagli addetti ai lavori ma anche dai semplici appassionati sono frutto di quella geniale e fantasiosa penna e mente di Gianni Brera. E sul derby d’Italia, aveva le idee chiare: la rivalità era insita nel genere delle due compagini, una questione naturale e biologica, ergo non poteva che avere come risvolto l’inizio di una disfida senza tempo.
Andrea Agnelli: “La capitale indonesiana ribattezzata oggi 15 ottobre… non più Jakarta ma Jakartone”
L’ultima in ordine di tempo, per mano del nipote del grande Gianni, di cui non ha evidentemente ereditato la classe. Una battuta infelice, con chiaro riferimento a quello Scudetto di cartone sollevato virtualmente al cielo dai nerazzurri nel 2006, in seguito ai noti fatti di Calciopoli. L’accostamento, con la sede di provenienza del Presidente all’epoca dell’Inter, Erick Thohir.
