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Fognini-Maradona: Argentina-Italia, il gene folle
Ci sono geni folli destinati a vivere nell’inquietudine costante la loro vita e carriera professionale, come fossero su di una montagna russa di emozioni e ragioni irrazionali. Uno di questi è senza dubbio Fabio Fognini, n.12 del mondo nel 2013, un braccio ed una tecnica da top ten senza nemmeno troppo faticare, ma che dopo quell’estate magica da tre finali di fila non ha saputo dar seguito ad una carriera che era pronta a spiccare il volo. Non è mai troppo tardi, la maturità può giungere anche ai trenta: Wawrinka aveva 29 anni e non aveva ancora vinto uno Slam, prima di sollevarne tre al cielo.
L’ultima impresa di un ragazzo che a 23 anni centrava i quarti di finale a Parigi zoppo, non potendo poi scendere in campo contro Djokovic, è la vittoria in rimonta al quinto set nel match decisivo contro l’Argentina negli ottavi di finale di Coppa Davis. E’ la vittoria n.14 del ligure al quinto set, la metà delle volte rimontando da uno svantaggio di due set. Un paradosso, pensando all’instabilità mentale di un giocatore che, avesse avuto la testa di Seppi tanto per nominarne uno, avrebbe tranquillamente calcato le prime dieci posizioni mondiali per anni. Storica, ad esempio, la rimonta agli Us Open 2015 su Nadal, sotto di due set e con gli ultimi tre giocati da Dio.
E’ la prima volta che l’impresa gli riesce in Davis, manifestazione in cui si è sempre esaltato, come quando tre anni fa annientò Murray tre set a zero a Napoli. Lo stesso scozzese che come nessun altro fece soffrire a Rio nelle ultime Olimpiadi. Il tutto in uno di quegli ambienti che, non avesse dovuto difendere i colori di un’intera Nazione ma solo i propri, lo avrebbe mandato fuori di testa dando sfogo ad uno dei suoi classici siparietti fra racchette rotte e diatribe con chiunque gli capitasse a tiro. La bolgia albiceste ha invece tirato fuori tutto il carattere ed il cuore di un Fognini che purtroppo lascerà tanti rimpianti, quasi certamente, in se stesso e tutti gli appassionati di tennis per ciò che poteva essere e non è stato.
A fine match, nonostante l’enorme delusione, un ultras di eccezione che ha immortalato con una foto il momento vissuto negli spogliatoi con Fognini: Diego Armando Maradona. A proposito di geni, uno che la sua follia ha saputo gestirla e trasformarla in carisma, leadership ed una personalità travolgente e coinvolgente fra tutti i compagni, spesso non più che discreti, avuti fra Napoli ed Argentina.
Parlano la stessa lingua Fognini e Maradona,ma hanno saputo farlo con modi e soprattutto con tempi diversi.