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Sarri-Mancini, l’emblema dell’italianità
Pubblicato
7 anni fa|
Editor
Pietro Cartolano
Andiamo per gradi per poter dare un’interpretazione il meno possibile ipocrita alla situazione Sarri–Mancini. Innanzi tutto ricostruiamo la scenetta: il quarto uomo annuncia 9 minuti di recupero, questa notizia indispettisce Mancini che reagisce i modo furibondo. L’annuncio del recupero, però, come si può immaginare, è sbagliato. I minuti di recupero, infatti, sono 5. Mancini, non contento della sfuriata precedente rincara la dose di adrenalina che ha fatto sbottare Sarri, già nervoso per l’ingiusta espulsione di Dries Mertens. La reazione di Sarri è scomposta e le parole che volano sono ben note: ”frocio” e ”finocchio”. Termini che, purtroppo, in Italia si usano ancora troppo spesso e in malo modo dando una sfumatura negativa all’essere omosessuale. Inaccettabile. Continuiamo, però, con la ricostruzione dei fatti perché qui accade qualcosa che può alleggerire la situazione: Sarri, appena negli spogliatoi, si scusa con Roby Mancio che, per quanto ne sappiamo noi, non accetta le scuse. Chi di noi non avrebbe accettato le scuse? Siamo certi che Sarri non volesse offendere gli omosessuali, anche perché non ne avrebbe avuto motivo e siamo altrettanto certi che non volesse dare dell’omosessuale a Mancini per negare la sua eterosessualità, ma solamente per arrecare un’offesa. Ribadiamo che questo non giustifica i termini. Però, alla maggior parte degli italiani sarà capitato (per colpa di questo brutto vizio che abbiamo, cioè l’uso degli intercalari) di insultare qualcuno con questi nomignoli poco piacevoli. E sarà successo soprattutto ai toscani. Chi conosce i campi da gioco, è sicuramente a conoscenza degli epiteti che si riservano agli avversari quando si viene colti dalla rabbia e dall’euforia del momento. La domanda sorge spontanea: che differenza c’è tra fr***o e figlio di pu****a ? In entrambi i casi si parla di un’offesa che mira a rendere triste/arrabbiato il nemico senza essere volta agli omosessuali, o alla madre dell‘avversario. Quasi banale come ricostruzione.
L’evoluzione della lite Sarri-Mancini

Mancini difende Mihajlovic per gli insulti razzisti a Vieira
Ma allora perché continuare dopo l’uscio degli spogliatoi questa scenetta? Lo stesso Mancio, tempo addietro, sull’insulto razzista di Mihajlovic a Vieira, aveva sostenuto proprio il contrario di come si è comportato ieri: ”Sono cose che capitano in un campo dovute allo stress della partita e dovrebbero finire al 90esimo minuto”. E poi Mancini, ieri sera, ha parlato di razzismo e con lui tantissime altre persone. Ma il mister sa cosa significa? Il razzismo è la teoria delle gerarchie delle razze, e la possiamo ritrovare nella lite Mihajlovic-Vieira o nei tifosi che lui stesso difendeva per gli striscioni razzzisti. Quella di Sarri è discriminazione che è una faccenda ben diversa.
A pensar male si fa peccato ma spesso ci si indovina, infatti maliziosamente si può pensare che Mancio abbia esposto al mondo intero le parole di Sarri per destabilizzare l’ambiente Napoli dando pensieri alla società, all’allenatore e ai giocatori. Ma forse questo è il problema meno importante se consideriamo che Sarri ora rischia 4 mesi di squalifica. Se il Napoli è impossibile da fermare in campo, allora Mancini rimedia con questi mezzucci? Si spera vivamente di no!
Questa vicenda, comunque, è l’emblema dell’italianità: un’insulto stupido e senza senso e le lacrime ipocrite del bambino che si lamenta dalla maestra per far castigare il compagno.
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