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Milan

I soliti noti, iene del mercato rossonero

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Siamo nel mercato estivo del 2007, Adriano Galliani -insieme ai suoi collaboratori- deve fare scelta molto delicata. Forse per la prima volta le società rossonera Berlusconiana si trova di fronte ad un bivio: sfidare la crisi imminente e investire su giovani di livello (vedi Aguero) oppure puntare ancora sui vari Maldini, Nesta, Seedorf, Pirlo ecc e sperare in bene. La speranza era riposta nella possibilità che la crisi non diventasse profonda e che il petrolio non entrasse nel mondo del pallone. Gli acquisti di Oddo e Ronaldo di qualche mese prima non facevano presagire nulla di buono. Però, a ribaltare gli scenari, ecco Ricardo Oliveira. Giovane, strapagato, talentuoso ed un futuro invidiabile. Peccato che le sue prestazioni in campo rovesciano nuovamente la situazione. Nei successivi mesi ed anni Ancelotti, Kakà e Leonardo salutano la piazza e ad entrare sono i vari Borriello, Beckham, Senderos, Emerson ecc. Che confusione! Tutti abbiamo sempre conosciuto il Milan per la sua accuratezza. Ora inizia a perdere la sua identità.

Superiamo, senza dar troppo conto, al periodo di Allegri, Seedorf e Inzaghi perché ci dilungheremmo troppo e ne abbiamo già parlato svariate volte. Arriviamo, quindi ai giorni nostri.

Galliani e Mihajlovic, mercato e campo del Milan

Galliani e Mihajlovic, mercato e campo del Milan

La coppia (mercato) Galliani-Mihajlovic

La personalità rocciosa di Mister Sinisa invade subito gli uffici di Via Aldo Rossi. La condizione che impone è una: mercato da ‘big’. Nulla di sbagliato, peccato che Mihajlovic abbia allenato solo piccole squadre e che in società ci sia una monarchia di Galliani. Però, zio Fester cerca di accontentare -e ci riesce- l’ex samp così: Romagnoli, Bertolacci, Bacca, Luiz Adriano e Balotelli. Peccato che la trattativa con Soriano sia sfumata, ma poco importa visto lo sforzo economico di Fininvest nella sessione di calciomercato. A questo punto ci troviamo di fronte ad una unica via tracciata: quella della rinascita. -Tralasciando i metodi dilazionati di pagamento- sono stati investiti quasi 100 milioni, lo staff è cambiato totalmente in funzione dell’allenatore e il clima è di massima fiducia. Eppure ad oggi, dopo il triste pareggio in casa contro l’Atalanta e la tristissima sconfitta di Torino contro la Juventus, ci troviamo a commentare, in comune accordo, che questo Milan non ha nulla che funziona. E allora una domanda sorge spontanea: ma visto che i veri cambiamenti sono stati solo in panchina e in campo, non è che il grande cambiamento deve avvenire in società?

Domanda da 1 milione di euro, o forse un po’ di più…

@PietroCartolano

Speaker radiofonico, radiocronista di Serie A/Champions League, studio Sport and Football Management e alleno in una scuola calcio: vivo per questo sport.

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