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Cronaca

I papi tutti santi, il Vaticano tutto marcio: qui c’è qualcosa che non torna

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Francesca Immacolata Chaouqui

Dunque: tutto ruota intorno a una donna che si chiama Francesca Immacolata (Chaouqui), e questo basta per concludere che Dio, se esiste, ha il senso dell’umorismo. O del sarcasmo, fate voi. Che abbia, poi, anche il senso degli affari, non è dato sapere: misteri della Fede. Di sicuro, ce l’hanno gli uomini che dicono di rappresentarlo, così come è altrettanto evidente – in una vicenda torbida come l’ambiente da cui proviene – che c’è un ‘senso’, fra costoro, di cui si sono invece perse le tracce: quello del pudore.

THE DARK SIDE OF THE CHURCH – Super-attici, abiti sfarzosi, mobili di lusso, voli in business class, fondi per i poverelli dirottati nelle casse dello Ior, il ‘moralizzatore’ voluto dal Papa (l’australiano George Pell) che in soli sei mesi prosciuga 501 mila euro per se stesso e tre impiegati, ecc., ecc. Quello che emerge dai libri di cui ora parlano tutti – ‘Avarizia’ di Emiliano Fittipaldi e ‘Via Crucis’ di Gianluigi Nuzzi – e dalle pieghe dell’indagine condotta dalla Gendarmeria vaticana – culminata con l’arresto di un pezzo grosso dell’Opus Dei, monsignor Lucio Angel Vallejo Balda, e dell’Immacolata di cui sopra – scandalizza molti ma non sorprende nessuno, perché i nostri polli dorati li conosciamo da quel dì. Certo, venire a sapere che c’è gente che predica bene e razzola ‘alla grande’ è prezioso proprio come certi immobili: pensate a Tarcisio Bertone, ad esempio. Il cardinale, stando a quanto riportano i giornali, vive in un super-attico con super-vista e super-metratura ristrutturato a spese della Fondazione Bambino Gesù: 200 mila euro, in parole povere (almeno loro), sottratti ai bimbi malati. Tutto questo, però, come si diceva, aggiunge solo un mucchio di cifre e di vergogna a quanto è già noto da tempo immemorabile: anche la Chiesa, come la luna, ha il suo lato oscuro, ma al contrario del nostro satellite è proprio la dark side quella che è sempre rivolta verso la Terra. Tranne qualche eccezione. Questione di fisica, non di metafisica: l’opera del diavolo, tirata in ballo dal Papa, c’entra come un crocifisso d’oro su un saio.

Tarcisio Bertone

Tarcisio Bertone

Già, a proposito di papa, e di papi. Pio XII: Venerabile; Giovanni XXIII: Santo; Paolo VI: Beato; Giovanni Paolo I: Servo di Dio (per la Chiesa: ‘Martire’ per tutti gli altri); Giovanni Paolo II: Santo; Benedetto XVI: dimissionario (e per questo ‘Benedetto’ più di tutti i predecessori messi insieme); Francesco: Santo Subito (così vuole il popolo, così implorano i giornali). Però: niente male come ‘livello medio di beatitudine’, per così dire, almeno a guardare alla storia recente della Chiesa – dal 1939 a oggi – e ai pontefici che ne sono stati protagonisti. Come è possibile, quindi, che il livello medio della nomenklatura vaticana sia così infimo? Che il ‘profano’ prosperi così rigogliosamente in casa del ‘sacro’? Qui c’è qualcosa che non torna, diciamolo, e una simile contraddizione può essere spiegata solo in due modi: o il papa conta come il due di picche, e la sua opera, per quanto ispirata dall’Alto possa essere, riesce a malapena a scalfire il bubbone, oppure tutta questa santità, gratta-gratta, non c’è.

A ben vedere, però, c’è anche una terza ipotesi, e riguarda l’ordine delle priorità: il marcio, in altre parole, è considerato un male minore rispetto agli assalti alla dottrina e al potere dell’Azienda. E un papa, si sa, non è onnipotente: ubi gay, ladrus cessat.

Enrico Steidler

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