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L’allenatore chiuda la porta

Il caso Sannino-Castori serve a renderci conto di cosa sia diventato il ruolo dell’allenatore sia a livello dei media sia a livello dell’importanza nella squadra: quello di se,plice comprimario di interessi più grandi, ruolo cuscinetto tra i due veri protagonisti, il presidente che ci mette i soldi e i calciatori che giocano.
RICAPITOLANDO – Sull’esonero di Castori ci eravamo già espressi e quanto successo oggi non ha fatto altro che darci ragione: l’esonero era dovuto non (solo) alle prestazioni della squadra ma a una scelta del ds Sannino.
Ebbene oggi il doppio esonero: torna Castori via Sannino, ma via anche Sogliano, il Carpi riparte da zero, con 6 punti in 11 giornate ma con una bella fetta di campionato già andata via. Per dire, sta pagando molto di più la strategia conservativa di uomini fatta nel Frosinone e questi errori di programmazione sono gravissimi. Cosa rende un allenatore adatto in realtà di provincia? Lo dicemmo già per Colantuono: essere d’accordo con la politica societaria , prima ancora che dare in gioco alla squadra. Un allenatore è un investimento a lungo termine, quasi uno di famiglia e la durata media delle permanenze si allunga discretamente.
SGUARDO AL FUTURO – I tifosi del Carpi festeggiano, insieme, forse, ai giocatori: per loro Castori non avrebbe mai dovuto essere esonerato e Sannino ha fatto più punti (4 contro i 2 di Castori) solo perché ha preso un calendario facile. Vaglielo a far capire che a differenza del neo-richiamato, Sannino ha dovuto calarsi in una realtà che non conosceva affatto e tra le piccole, se non sei Donadoni, fai fatica ad imporre subito il tuo gioco nella testa della squadra. Insomma, al di là di tutto, a Carpi sono pronti a ripartire. Chi? Giocatori e società, l’allenatore è l’ultimo arrivato, e come ultimo, chiuda la porta.
