Cronaca
M5S contro la Littizzetto: qualcuno spieghi ai pentastellati che cos’è la democrazia
Andiamo con ordine. Tutto nasce a “Che tempo che fa“, il programma su Rai 3 condotto da Fabio Fazio. “Allora, volevo parlare di stelle, delle stelle cadenti – esordisce l’ospite fissa Luciana Littizzetto – Ho letto che la maggior parte delle stelle cadenti, pare, l’ho letto su Libero, che sia in verità cacca, nello specifico degli astronauti (il riferimento è all’articolo “La Nasa rivela: le stelle cadenti sono spesso gli escrementi degli astronauti” pubblicato su Libero il 21 settembre 2015, ndr). Sono secoli che chiediamo alle stelle di esaudire i nostri desideri, ecco perchè non si avverano mai, perchè chiediamo a delle cagate. Quindi, da ultimo, quando c’è un movimento di pancia, come vogliamo chiamarlo? Movimento 5 stelle. Scusate, è uno sporco lavoro ma qualcuno lo deve pur fare….”
“Pagare il canone per farsi dare dei ‘pezzi di cacca’? No grazie! – si legge su La Cosa Channel, web-tv del Movimento di Beppe Grillo – Perché paghiamo il canone? Questo è il servizio pubblico italiano. Molti elettori del MoVimento 5 Stelle si sono sentiti offesi – osserva indignato chi costruì sulla satira, spesso greve, la propria fortuna – Ma non sono solo gli elettori M5S ad aver manifestato il loro dispiacere, lo hanno fatto tanti italiani, quel pubblico che paga per ricevere un servizio che dovrebbe fare informazione e non propaganda. Secondo noi ogni comico è libero di esprimere il proprio pensiero e di farlo in modo libero. Siamo in prima linea per la libertà di stampa. Ma le offese sono altra cosa. Questa figuraccia di Luciana Littizzetto ci richiede una riflessione: che cosa vogliamo dal servizio pubblico? Perché pagare il canone? Per farsi chiamare pezzi di cacca?”.
PENSIERI E PAROLACCE – Oltre al vertice reagisce anche la base, naturalmente, e la bacheca Facebook del comico genovese si riempie subito di commenti ‘Litizzetticidi’. “Tutti bravi a farsi il gruzzolo coi soldi del canone, cessa maledetta“… “Potete evitare foto in primo piano?”… “Per favore, dopo pranzo questa foto mi fa tornare tutto su”… “La faccia della Littizzetto è direttamente proporzionale alla sua comicità”… “Vergognati! Per quelle quattro cretinate che dici rubi soldi tutti i giorni alla povera gente, almeno offrissi uno spettacolo di… bellezza”… “Ma quando si ritira questa brutta racchia?“… “I nostri soldi del canone fanno arricchire questi pezzi di m… parassiti“. L’ira del popolo ferito si fa così funesta e volgare che a un certo punto il Leader supremo è costretto a ricondurre tutti all’ordine: “Vi chiedo uno sforzo: evitiamo gli insulti! Grazie!”.
DISSIDENTI AL CONFINO – Lo spettacolo più osè, però, lo offre senza dubbio il candidato alle Europee Andrea Tosatto, che a nome dei “cittadini italiani” lancia su Youtube una raccolta di firme che sa tanto di ‘purga’ dei bei tempi che furono. “A Rai Radiotelevisione Italiana Spa. A seguito dell’esibizione di Luciana Littizzetto in qualità di cabarettista, nel giorno 18 Ottobre 2015, durante la trasmissione condotta da Fabio Fazio ‘Che tempo che fa’ – scrive l’autore dell’inno pentastellato – chiediamo che la Rai prenda pubblicamente immediate distanze dalla suddetta artista e che vengano presi seri provvedimenti nei suoi confronti”.
IMBARAZZANTI RICORSI – Fuori dai piedi, insomma, cioè proprio la stessa cosa, guarda un po’, che dissero al suo guru Beppe Grillo nel 1986 dopo la famosa battuta sui socialisti. Ricordate? “La cena in Cina… c’erano tutti i socialisti, con la delegazione, mangiavano… A un certo momento Martelli ha fatto una delle figure più terribili… Ha chiamato Craxi e ha detto: ‘Ma senti un po’, qua ce n’è un miliardo e son tutti socialisti?’. E Craxi ha detto: ‘Sì, perché?’ ‘Ma allora – ribatte Martelli – se son tutti socialisti, a chi rubano?“. In quella circostanza il “suddetto artista” la pagò cara, e per due anni, fino al Festival di Sanremo dell’88, fu bandito dalla Tv di Stato. Tutto giusto? No, tutto sbagliato, ovvio, allora come oggi, e tuttavia c’è qualche ‘nostalgico’ che non la pensa così. Se si tratta del nemico, naturalmente.
Ricapitolando: se la faccio io è satira, se la subisco è insulto; io posso mancare di riguardo a tutto e a tutti come mi pare e piace (a partire dalle cose più sacre come le istituzioni, nota bene, dove mi comporto come se fossi al mercato del pesce), tu no; se prendono a male parole Berlu e Salvini è servizio pubblico, se toccano me è ‘vergognoso’ e te la faccio pagare. Ecco la morale del popolo pentastellato e della sua nomenklatura, ecco la loro soave lezione di democrazia. Nuovo che avanza? No, vecchio che puzza. E non è colpa degli astronauti.
Enrico Steidler