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I 3 motivi per cui Dybala è già insostituibile
Paulo Dybala, l’uomo della settimana. Il talento argentino è stato al centro delle polemiche nei giorni che hanno preceduto la sfida contro l’Atalanta: da un lato Allegri, dall’altro Zamparini hanno dato via ad una polemica a distanza sulla gestione del potenziale crack juventino che, forse, non sarebbe dovuta mai scattare.
Sul campo, però, Paulo ha dimostrato che il Presidente del Palermo aveva ragione: Dybala è un talento cristallino, deve essere sì lasciato crescere, ma deve giocare, perché può essere devastante. È già insostituibile in questa squadra? Sembra proprio di sì. Vediamo perché.
PERSONALITÀ – La personalità con cui Paulo gioca quando viene chiamato in causa desta veramente molte sorprese: l’argentino, infatti, riesce a prendersi la fiducia dei compagni, a giostrare tutto il reparto offensivo e non ha mai paura di fare la giocata. Così si prende il tiro dell’1-0, punta sempre gli avversari, propiziando anche il secondo gol di Mandzukic e procurandosi il rigore non trasformato da Pogba. La sua gioventù si vede quando pretende troppo da se stesso o quando si intestardisce, ma, se non peccasse in ciò, sarebbe già il fulcro di questa Juve.
GOL – 5 gol nelle prime 12 partite. Non male per un ragazzo che non ha giocato sempre da titolare e soprattutto in una squadra che ha dimostrato di avere dei problemi offensivi. Certo, non è ancora l’attaccante da 30 gol all’anno nè quello che li risolverebbe, in teoria, questi problemi, ma per ora trova la porta con una discreta continuità, e visto che Mandzukic (gol contro l’Atalanta a parte) sembra un pochino fuori condizione, perché non puntare sul tridente Cuadrado-Dybala-Morata, che sembra dare ottime garanzie?
CARATTERISTICHE – Dopo l’addio di Carlos Tevez, si cercava uno con le sue caratteristiche. Ebbene, la Joya (il gioiello, soprannome dell’argentino) sembra essere proprio il suo erede. La realizzazione tecnica dei tiri e dei passaggi non è sicuramente la stessa del fuoriclasse di Forte Apache, che però è arrivato a Torino quando aveva 29 anni, ma le caratteristiche sono molto simili. Ad entrambi piace svariare su tutto il fronte offensivo, prendersi il pallone sulla trequarti e agire da fulcro dell’intera manovra della squadra. Dybala, inoltre, punta molto l’uomo, creando superiorità numerica, come era solito fare Tevez, e i due vedono allo stesso modo la porta, anche da fuori. Dybala deve aggiustare qualcosa, è chiaro, e deve riuscire magari a incrementare il suo numero di gol, ma la strada è quella giusta. Per ripartire al Max, Allegri deve puntare su di lui. Ora più che mai.
Luigi Fontana (@luigifontana24)