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5 motivi per cui il Milan non è morto
La sconfitta a San Siro per 0-4 contro il Napoli sembra aver lasciato una macchia indelebile sulla stagione rossonera. Squadra da rifare, stagione finita, via l’allenatore, Galliani e chi più ne ha più ne metta. A detta di molti il Milan di Mihajlovic è morto ancor prima di nascere. Ma siamo sicuri che sia tutto già finito? Analizziamo meglio la situazione: mancano 31 giornate, praticamente un’intera stagione, e in più il Milan non gioca le coppe. Ecco 5 motivi che spiegano il perché della possibile rinascita rossonera.
L’ATTACCO — Come detto e ridetto dall’inizio di stagione, quest’anno il Milan deve aggrapparsi al suo attacco, unica nota positiva fino ad ora. Bacca e Luiz Adriano sono attaccanti di primissimo livello, tra i migliori in Italia, e Mario Balotelli c’è, sta dimostrando di voler cambiare e sicuramente può essere una pedina fondamentale per il gioco rossonero. Riuscirà il reparto offensivo a portare i risultati tanto attesi?
LE PROMESSE — 20 milioni per Bertolacci, 30 per Romagnoli, Rodrigo Ely titolare: queste sono senza dubbio le sfide che la società e Sinisa Mihajlovic si sono voluti prendere. Possono essere definite come promesse, perché, se spendi 50 milioni per due giocatori che, al momento, valgono la metà e schieri titolare un giocatore che fino all’anno scorso giocava in Serie B, dimostri di credere fortemente in loro. Riusciranno a non tradire le attese? La pressione su di loro è tanta, così come la fiducia.
I RITORNI — Ritorni da infortunio o ritorni di fatto, sono tanti i giocatori che vengono in mente, ma due su tutti: Menez e Boateng. Il primo, autentico trascinatore rossonero della scorsa stagione, deve ancora fare il suo esordio stagionale e da molti è già stato dimenticato. Ma un giocatore che la stagione prima era il simbolo può improvvisamente diventare un bidone? Il secondo è un ritorno quasi sicuro. Boateng si allena a Milanello e probabilmente verrà tesserato a gennaio. Avere sulla trequarti o come mezz’ala un giocatore del genere non può far altro che bene, soprattutto considerando l’inizio di stagione di Honda, Montolivo ecc.
L’ALLENATORE — E’ arrivato come salvatore della patria e ora viene visto come un pacco da esonerare. Sinisa Mihajlovic, che ha guidato lo scorso anno la Sampdoria fino all’Europa League, è sicuramente un allenatore di carattere e che in una squadra del genere può ancora far bene. Probabilmente non è ancora riuscito ad inculcare ai suoi giocatori quella mentalità che manca da anni, quella grinta e quella voglia di vincere. Se riuscirà a fare questo, beh, il Milan è tutt’altro che morto.
IL MERCATO — Forse parlare adesso di mercato è un po’ presto, ma, facendo due calcoli, gennaio non è poi così lontano e soprattutto il Milan è tornato a spendere. Già nelle passate stagioni sono arrivati giocatori come Van Bommel, Balotelli, Taarabt, che si sono rivelati protagonisti, e chissà che anche in questo mercato il condor Galliani non riuscirà a far uscire un altro coniglio dal cilindro. Resta il fatto che il Milan se vuole far bene deve riprendersi sin da subito, in attesa di rinforzi necessari.
Pasquale Conte