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I 7 motivi per cui Sarri non è un guru

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Sarri non è un Guru

Dalla polvere all’altare. Il destino calcistico di Maurizio Sarri è cambiato nello spazio di un paio di mesi. Dopo le prime gare con il Napoli tutti erano pronti a crocifiggerlo: ora, dopo aver asfaltato Lazio, Juve e Milan  tutti lo osannano e lo considerano il miglior tecnico del campionato. Di più: qualcuno si è spinto fino a considerarlo un autentico “Guru” del calcio, un modello da seguire. Ebbene, Sarri non è “colui che disperde l’oscurità” (ovvero, il significato letterale di “Guru”). E’ un uomo normale ed un allenatore normale. Per chi non ne fosse convinto ecco sette motivi a sostegno della nostra tesi.

1) UMILE – I grandi “Santoni” del calcio sono tutti arroganti. Da Mourinho a Van Gaal, quando le squadre vincono il merito è loro, quando perdono è colpa dei giocatori. Mai una volta che dicessero: “ho sbagliato io”. Per carità! L’autoproclamatosi “Special One” anche dopo i fallimenti di questa stagione dice di essere il migliore. Sarri no. Lui ammette i propri errori anche in pubblico ed è pronto a correggerli. Proprio il contrario dei “Guru” per cui la verità risiede in loro stessi.

2) MAESTRO DI CALCIO – I “Guru” del calcio sono gestori di uomini, ma dal punto di vista tecnico-tattico, non capiscono granché. Hanno tutti tattici o aiutanti che spiegano come muoversi ai giocatori al posto loro, superuomini. Se fate una domanda tattica a Mourinho, Van Gaal, ma anche a Ferguson, cascherebbero dalle nuvole. Sarri no. Lui è un maniaco della tattica ed è sempre pronto a trovare nuove soluzioni in grado di mettere in difficoltà l’avversario.

3) PADRE IN CAMPO- Sarri è solito cercare il dialogo con i suoi giocatori, non si sente superiore a loro e cerca di metterli nelle condizioni migliori per esprimersi. Tutto il contrario dei grandi Santoni del calcio. Loro litigano con tutti, giornalisti, staff e giocatori. Le sfuriate di Ferguson sono leggendarie, per non parlare dei rapporti tesi (eufemismo) tra Van Gaal con alcuni suoi giocatori ed ex. E che dire, ad esempio, di Wenger? Anche il francese non è esente da scontri accesi. Sarri no. Per lui il dialogo è fondamentale.

4) AZIENDALISTA – Sarri non va a chiedere questo o quel giocatore: lavora con chi ha. Magari può manifestare la sua insoddisfazione per alcune scelte di mercato (come quest’estate), ma poi si rimbocca le maniche e si mette a lavoro. Cosa succede, ad esempio, se Mancini non ha un giocatore? Immediato piagnisteo alla dirigenza, lamentele con i giornali e, se si perde, è “perché purtroppo ho una rosa limitata nelle scelte. Mi manca un terzino destro, un mediano, un trequartista ed ho solo sei attaccanti!”.

5)  GAVETTA – Sarri ha fatto la gavetta e sa cosa significa guadagnarsi lo stipendio negli angoli più remoti d’Italia e nei campetti sferrati. I “Guru” invece sono per lo più partirti da posizioni privilegiate. Nessuno ha dovuto sudare per arrivare in alto. Mancini è partito dalla Fiorentina in Serie A, Mourinho dal Benfica, Van Gaal dall’Ajax, Wenger dal Nancy (Ligue1). Sarri ha debuttato lo scorso anno in serie A dopo essere partito, nel 1996/97 all’Antella, in Promozione. Sa cosa significa sudarsi il pane.

6) NESSUNO SPONSOR – I “Guru” hanno sempre degli sponsor che riempiono loro le tasche. Sono testimonial di qualche prodotto, hanno la giacca firmata, curano la propria immagine, sono sempre impeccabili. Sarri va in panchina in tuta e se ne sbatte di apparire. Lui è così: suda, strilla e si agita in panchina. Non veste Armani, non si mette la pashmina del colore della squadra, non fa pubblicità. Lui allena e basta.

7) SOTTO I RIFLETTORI – Tutti i “Guru” hanno scritto uno o più libri o sono stati citati da altri (giocatori o allenatori) in uno di essi. Inoltre sono sempre sotto la lente d’ingrandimento dei media. Tutti sanno com’è fatta la figlia di Mourinho, tutti sanno che la moglie di Van Gaal “è fumantina” (parole sue, ndr), ma chi sa qualcosa sulla famiglia di Sarri? Pochi. E chi sa citare un libro in cui si parla di lui? Nessuno.

Sarri è semplicemente Sarri. Un allenatore che sta facendo benissimo in una piazza difficile come Napoli. Le alchimie lasciatele agli altri.

Giornalista, web content e SEO Copywriter. Sono una delle firme storiche di Sportcafe24. e da oltre 10 anni vi racconto storie di sport e indiscrezioni di calciomercato

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