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Momentaccio Milan: di chi sono le colpe?

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milan berlusconi

Dopo aver speso quasi 90 milioni sul mercato per rinforzare la squadra dopo le utime due stagioni disastrose, il Milan non sembra in grado di uscire dal limbo della mediocrità e a tornare protagonista quantomeno in Italia.

Dopo aver individuato i giocatori non da Milan, quest’oggi è il turno dei processi a dirigenza, allenatore e rosa.

DIRIGENZA – Le principali colpe spettano di diritto alla dirigenza rossonera. L’unico team tra le big della Serie A a non avere un Direttore Sportivo e l’unico in Italia, e forse al mondo, ad avere due Amministratori Delegati (Galliani e Barbara Berlusconi). Si sa, i due AD non si sono mai sopportati. Barbara voleva un restyling societario per rilanciare il Milan, Galliani era pronto a dimettersi due stagioni or sono, ma l’intervento di Silvio ha bloccato quest’eventualità. A farne le spese è stato Ariedo Braida, che assieme a Leonardo ha costruito il Milan vincente del XXI secolo. Ora che Braida si trova al Barcellona si sta pensando di riportarlo in via Aldo Rossi. Il fallimento della questione Stadio al Portello ha aggiunto altra carne al fuoco. Regna la confusione più totale ai vertici. Percentuale colpe: 50%.

Adriano Galliani e Barbara Berlusconi

I dissidi tra Galliani e Barbara Berlusconi non fanno il bene del Milan e i risultati sono tangibili.

ROSA – A inizio giugno per ricostruire il Milan si facevano i nomi di Jackson Martinez, Ibra e Kondogbia. Galliani è volato a Oporto e Montecarlo assieme a Nelio Lucas, proprietario del Fondo Doyen, per acquistare l’attaccante del Porto e il centrocampista del Monaco, ma entrambe le trattative sono saltate. Risultato? Accantonato subito Lucas e Galliani che decide in accordo con Silvio di agire da solo. A quel punto, col popolo rossonero in rivolta contro l’AD, Galliani ha cercato di rimediare rapidamente, senza imbastire vere trattative e sperperando da subito quasi tutto il cash per il mercato: per Bertolacci 20 milioni alla Roma, Bacca 30 milioni (la clausola rescissoria) e Luiz Adriano 8 (quando a dicembre sarebbe potuto arrivare a 0). Più complicata la trattativa per Romagnoli, ma anche qui per strapparlo a Sabatini sono stati pagati 25 milioni. A corto di liquidità, il Milan si è trovato a rinunciare ai colpi Soriano e Witsel (se ne riparlerà per gennaio) che avrebbero fatto molto comodo per il centrocampo povero di fosforo. Per Ibra invece, il PSG ha posto da subito il veto sulla cessione anche a costo di mandarlo in scadenza a giugno 2016 e al suo posto è stato preso in prestito Balotelli, che al discreto e nulla più Liverpool era panchinaro fisso. Sul fronte cessioni l’unico che ha fruttato una buona somma è stato El Shaarawy. La maggior parte dei giocatori inadeguati però è rimasta in rossonero. Nonostante la rosa non sia da primi posti è inconcepibile però che squadre come Sampdoria, Chievo, Sassuolo e Atalanta stazionino davanti al “Diavolo”. Sarebbe ora di darsi una svegliata. Percentuale colpe: 35%.

MISTER – Sinisa Mihajlovic è, tra le tre componenti, colui che ha le colpe minori. E’ vero che Berlusconi per lui ha speso cifre che non si vedevano da anni, però ha tra le mani un parco giocatori non all’altezza per raggiungere il 3° posto. Gli si può rimproverare che, quando allenava la Samp i blucerchiati avevano il furore in corpo, mentre da quando è al Milan questo agonismo non si è quasi mai visto e anzi quando vanno sotto nel punteggio i giocatori si smarriscono e non riescono mai a recuperare il risultato. Inoltre alcune scelte destano perplessità: De Jong mezz’ala contro il Genoa è un esperimento completamente fallito e la difesa fa acqua da tutte le parti. 13 gol subiti in 7 incontri; seconda peggior difesa del campionato dopo il Carpi. Il gioco inoltre latita, ma è l’aspetto che conta meno di quelli elencati: d’altronde anche con Capello il Milan vinse 4 Scudetti in 5 campionati e il gioco era tutt’altro che spettacolare. Voi mi direte che c’era una rosa nettamente superiore a quella attuale. Vero, ma se i soldi fossero stati spesi meglio, staremmo a parlare di un altro Milan. Percentuale colpe: 15%.

Mattia Prina

Nato il 20 luglio 1989, sono laureato in Scienze Politiche presso l'Università degli Studi di Milano. Tifo Milan e la squadra della mia città, l'Inveruno: collaboro con questa Società e mi occupo di creare articoli pre e post-partita e montaggio filmati.

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