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Allegri, Benitez e il cimitero dei sopravvalutati

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Allegri

Allegri e Benitez non sono mai stati trattati troppo bene da chi sta scrivendo, ma è d’uopo far presente una strana coincidenza che li ha riguardati in questi giorni. Nelle ore in cui il livornese ridefiniva il concetto di “partenza di merda in prospettiva” (tra l’altro già scritto da lui la prima volta col Cagliari, 1 punto nelle prime sei partite) e mostra il capolavoro del suo repertorio, quel “va tutto bene, mancano solo i punti” anche quando fuori infuria la tempesta, lo spagnolo, l’allenatore che si contende con Mourinho la classifica degli sfottò dedicati ad un ct, rilascia sotto silenzio una perla degna di nota: “Il mio Napoli? Avevo calciatori tatticamente inferiori!”. A parte che la tattica sarebbe compito di un allenatore, quindi se la squadra non rende tatticamente è compito del manico, quali sarebbero i giocatori tatticamente superiori di questo Napoli che ieri per almeno 8/11 era quello suo ma, chissà perché, con Sarri sta iniziando a girare abbastanza presto e abbastanza bene? Mistero, come mistero restano le lodi a due allenatori che hanno vinto facendo giocare le loro squadre come fossero provinciali e hanno fallito tutte le volte che gli si chiedeva di diventare protagonisti e mettere la loro mano sulla squadra.

Polemico, pedante, pignolo, poco fedele al suo nome (la modestia è dannosa se sei consapevole dei tuoi limiti) ma molto al suo cognome ( piccolo bandito, che fugge dai recinti dell'informazione a un coro solo). Perché leggermi? Perché sono chiaro, informato e motivo precisamente ogni mia opinione

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