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Cronaca

Le vignette su Aylan: ora più che mai “Je suis Charlie Hebdo”

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Charlie Hebdo, coscienza critica dell'Occidente

“Ci sono dei limiti a tutto. E un bambino morto è uno di questi limiti. Di qualsiasi etnia e religione. E questa volta mi dissocio completamete. È disgustoso. Vergogna”. Il commento è di un lettore di Tg Com 24, e riflette efficacemente uno stato d’animo molto diffuso in tutta Europa. Qui, nel continente in cui la libertà di pensiero è spesso minacciata (e a volte pure massacrata), il passo da #JeSuisCharlie a #JeNeSuisPasCharlie sa essere di una brevità a dir poco inquietante, e le vignette di LaurentRissSourisseau lo hanno reso quasi impercettibile.

BENVENUTI IN EUROPA – Due, in particolare, quelle finite nel mirino degli Zelig dalla facile indignazione. La prima si intitola “Benvenuto ai migranti”, e accanto alla scritta Così vicino alla meta c’è un cartello che ritrae il clown di Mc Donald’s: Offerta, due menu bambini al prezzo di uno (nota bene: il clown sorride allegramente e allarga le braccia in segno di ospitalità); ai piedi del cartello, il cadavere di un bambino – il riferimento ad Aylan Kurdi è evidente – riverso sulla spiaggia. La seconda si apre con un beffardo “La prova che l’Europa è cristiana”: “I cristiani camminano sulle acque dice Gesù con l’espressione compiaciuta; I bambini musulmani annegano replica Aylan a testa in giù nell’acqua.

Aylan KurdiIL TOCCO DEL GENIO – Ecco: che cos’è l’Europa? Qual è il continente dove hanno perso la vita migliaia di migranti, fra cui centinaia di bambini? Proviamo a rispondere nel modo più succinto possibile. L’Europa, oggi, è un’espressione geografica, è un luogo imbelle, ipocrita e menefreghista che cerca di scaricare gli esseri umani come si fa con l’Iva. Non solo: la culla della cristianità è anche quella del consumismo, un dio tanto sorridente quanto spietato, e l’umanità del Vecchio Continente, oggi, è mezza sepolta in una spiaggia. Detto questo, chi è il genio? E’ colui che riesce a dire tutto questo e molto altro ancora in due sole, piccole vignette. Che riesce ad affondare il dito nella piaga fino all’osso, e riscatta, così facendo, l’immagine di un intero continente alla deriva. Chapeau.

Per concludere, sottoponiamo all’attenzione dei lettori tre brevi – ma auree – citazioni sulla satira. “La satira va somministrata con l’imparzialità d’una perfetta burocrazia: senza un occhio di riguardo per nessuno (Dino Basili); “La satira è tragedia più tempo. Se aspetti abbastanza tempo, il pubblico e i recensori ti permetteranno di farci satira. Il che è piuttosto ridicolo, se ci pensi” (Lenny Bruce); “La satira è viva, sta bene e vive alla Casa Bianca (Robin Williams). Ora, lasciatevi guidare da queste tre “chicche” e capirete quanto siano inconsistenti – e al tempo stesso tenebrose – le critiche piovute addosso a Charlie Hebdo da mezza Europa. La satira europea, evidentemente, non ha la fortuna di vivere in America, ma almeno riesce a sopravvivere, e lo fa alla grande. Merci, monsieur Sourisseau.

Ora più che mai, je suis Charlie Hebdo.

Enrico Steidler

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