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Qualificazioni Euro 2016: l’Italia nell’anno dell’Islanda
Siamo in un Europeo di transizione, le qualificazioni lo dimostrano e l’Italia di Conte è l’unica ad averlo capito: non c’è nulla di cui lamentarsi, onore a noi, alla faccia delle critiche.
NON CAMBIARE PELLE (CON E SENZA ACCENTO) – Due gol, due vittorie contro squadre che hanno giocato al “prima non prenderle” e qualificazione in tasca, (in attesa anche della decisione sulla Croazia ): tanto basta all’Italia per sventare tutte le trappole di un’Europa che calcisticamente sta cambiando e farci arrivare sicuri alla fase finale. Senza cambiare pelle (difesa solidissima ed attacco che si basa molto sulla forza fisica) e dalla prossima giornata, si spera, senza più cambiare Pellè, in assoluto il migliore contro Malta e Bulgaria, capace di fare reparto da solo, sopperendo anche ad un centrocampo inesistente. Visto ciò che sta accadendo, è tanta roba: basta vedere chi ha fatto il nostro stesso cammino.
L’EUROPA VERSO NORD – Al netto delle solidissime Germania e Spagna, che continuano a godersi i loro campioni, e ovviamente dell’Italia, le altre prime classificate delle qualificazioni al momento sono: Galles, Inghilterra, Irlanda del nord, Austria, Portogallo…. e Islanda, la più piccola nazione nella storia ad essersi qualificata alla fase finale di una competizione continentale. A rischiare sono le finora ben più quotate Russia, Olanda, Turchia, Irlanda. La base del calcio si sta spostando verso nord e l’allargamento da 16 a 24 squadre sta portando dei sommovimenti alla base che hanno investito tradizioni europee gloriose e incapaci di affrontarli (e la Francia ringrazi di essere paese ospitante, altrimenti…). Ma non la nostra: l’Italia, complice un girone non impossibile, regge l’urto e si gode tutto il tempo del mondo per risolvere i suoi problemi. A partire dal centro del centrocampo, dove Verratti non è Pirlo ma non è neanche un centrocampista adatto a non farlo rimpiangere, e Conte se n’è accorto, e De Rossi continua a palesare limiti imbarazzanti di personalità. Per finire all’attacco, dove non c’è una coppia titolare ben definita, anche se almeno un tassello sembra scelto. Compito di Conte sarà trovare il partner giusto di Pellè, che non sarà Vieri, ma per potenza, resistenza e attaccamento alla maglia è indispensabile alla nostra nazionale. E che sarà il primo nome a dover essere convocato quando il campionato concederà alle nazionali un’altra pausa per mettersi in mostra.