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Perché Conte è meglio di Prandelli

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Antonio Conte; Nazionale

Raccogliere i cocci di una squadra demoralizzata e distrutta non è facile neanche per il miglior allenatore del mondo. La disfatta brasiliana made in Prandelli ha lasciato una squadra distrutta, demoralizzata e senza una vera identità. L’infausto compito di rilanciare la nazionale azzurra è  stato assegnato ad Antonio Conte, a cui le sfide sono sempre piaciute (chiedere ai tifosi bianconeri, passati da 2 settimi posti a tre scudetti di fila).

DAY 0 – Il 19 Agosto il nuovo condottiero varca per la prima volta da ct la soglia di Coverciano. L’aria sembra essere cambiata, come sottolineato da Bonucci qualche tempo dopo l’arrivo del suo ex allenatore alla Juventus: “Un voto positivo a Conte, per come ha lavorato dopo la fine di un Mondiale che è stato una tragedia. Era difficile ripartire, eppure siamo ripartiti alla grande grazie al progetto di Conte, che ha colto le novità della stagione: il campionato per esempio offre esterni di attacco di altissima qualità. E’ stato un bravo sarto nel cucire questa Nazionale, come lo era stato alla Juventus“.

IL CAMMINO VERSO EURO 2016 – L’esordio  della nazionale targata Conte è sicuramente positivo: tre vittorie con Olanda, Norvegia e Azerbaijan. Facilmente in occasione delle prime due, con più difficoltà nella terza gara, ma comunque l’ex tecnico bianconero ha già superato diversi sui predecessori con questa partenza fulminante (sei goal fatti e solo uno subito). Tre vittorie consecutive, si diceva. Ciò che non accadeva dal 1996, quando Cesare Maldini sostituì Arrigo Sacchi dopo l’Europeo vinto dalla Germania e il biscotto incassato dalla Svezia. Un bilancio tutto sommato che si può considerare positivo da quel momento in poi: dieci partite, sei vittorie e quattro pareggi.

La strada verso le qualificazioni alla fase finale degli Europei dell’anno prossimo in Francia sembra in discesa. Basterà battere la Norvegia il 13 ottobre per eliminare i residui dubbi. Di certo non è esaltante,  però in linea con quello che è lo spessore del nostro movimento calcistico in questo momento. Riportare entusiasmo. Fatto. Vincere e convincere, fatto in parte. Riportare l’Italia sul tetto d’Europa e del Mondo. Prossimamente.

Nato a Messina il 20-3-1996. Studia Comunicazione Media e Pubblicità presso l'Università Iulm di Milano.

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