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Adem Ljajic, pregi e difetti del serbo
Ljaijic arriva all’Inter in prestito con diritto di riscatto dalla Roma, dove ha vissuto momenti altalenanti. Un grande difetto del serbo classe ’91, è quello di essere poco costante nell’arco di una stagione, risultando a volte decisivo e autore di goal di pregevole fattura, ma a volte si estrania dal gioco, facendo sembrare che la sua squadra giochi con l’uomo in meno oppure. Un peccato per un giocatore come Ljajic dotato di un buona tecnica, ottimo nel dribbling e nel tiro, specialista sui calci di punizione.
VERSATILITA’ – Quindi ottimo giocatore tecnicamente, a l’abito (4-2-3-1 o 4-3-3) che Mancini ha scelto per la sua Inter, calza a pennello al serbo. Ljajic può giocare da seconda punta, trequartista o esterno offensivo ( ruolo che ha ricoperto con maggiore frequenza nelle ultime stagioni), perciò ottimo per gli schemi del tecnico interista, anche per cambiare schema a gara in corso. Non segna con molta frequenza in Italia è arrivato in doppia cifra solo nella stagione 2012-2013 quando vestiva la maglia della Fiorentina, tra l’altro negli anni a Firenza ha già giocato con il suo amico Jovetic, ma crea molto e non disdegna l’assist. Questo fa di lui un giocatore imprevedibile.
Ljajic un giocatore imprevedibile sia per le sue capacità tecniche sia per il suo carattere difficile. Carattere non facile da gestire quello del serbo, e ne sa qualcosa Delio Rossi che arrivò alle mani col giocatore dopo un battibecco, gesto che comportò l’esonero dell’allenatore e l’esclusione dalla rosa del giocatore. Mihajlovic invece nel 2012, allora allenatore della Serbia, dopo una partita nazionale dichiarò che non avrebbe più convocato Ljajic in nazionale per non aver cantato l’inno. Il giocatore si giustificò di non voler cantare l’inno per motivi personali (probabilmente per le sue origini bosniache).
Buon giocatore dal carattere difficile, Ljajic sicuramente farà parlare di se in questa stagione, ma sarà la croce o la delizia per il popolo interista?