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Ibra, Witsel e Soriano: al Milan vincono le seconde scelte
Un grande Milan: questa la richiesta di Silvio Berlusconi ad inizio estate. Con un grande mercato. Questo è stato promesso. Promessa mantenuta? Diciamo. Kondogbia, Jackson Martinez, Gundogan, Ibra, Witsel. Tanti nomi illustri. Nessun arrivo. Se non Romagnoli, grande obiettivo di Sinisa Mihajlovic. Lui è arrivato. Il prescelto per la difesa. In attacco Ibra no, Balotelli si. L’ultima chiamata per la carriera di Supermario. Ultimissima. E poi mancava un centrocampista di qualità. Quello, ahitutti i tifosi del Diavolo, non è arrivato.
Manca un regista: un giocatore capace di creare gioco, gestirlo a piacimento, dare ritmo alle gare. Tassello importantissimo a cui Galliani avrebbe dovuto provvedere, non nelle ultime ore di mercato ma subito. Un mercato, quello del Condor, sufficiente: la squadra è migliorata, specie in attacco, ma serviva qualcosa in più. Per Kondogbia è arrivato Bertolacci. Un ottimo giocatore, ma serviva altro. Al posto di Ibra, Balo. E poi? Witsel? No, nessuno. Una spada pende sulla testa di Galliani. Una spada dal sapore di stagione. Se dovesse essere fallimentare, tutte le colpe cadranno su di lui. Kucka non può bastare, idem il giovane Mauri.
E allora si ripeta all’infinito: serviva altro. Il Milan doveva tornare subito ai vertici del calcio italiano. Con questo mercato competitivi, ma non troppo. Tante le squadre superiori. Il Condor ha fallito: le secondo scelte non possono sempre essere vincenti. E ora passa tutto nella mani di Mihajlovic. A lui l’ardua sentenza.