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Moratti e lo scudetto di “cartone”: Calciopoli tira più del topless di Belén

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Massimo Moratti

Fate molta attenzione alle parole che seguono: “Il trofeo al quale mi sento più legato – ha dichiarato ieri Massimo Moratti, ex numero uno della Beneamata, 16 “tituli” all’attivo – è la Champions, anche se è scontato dirlo. Non disdegno lo scudetto vinto a tavolino, l’ho trovata una cosa giusta. Quello del 2010, invece, è uno di quelli che mi ha fatto soffrire di più”.

LICENZE GIORNALISTICHE – Fatto? Ok. Ora prendete alcuni fra i maggiori quotidiani italiani on line e date un’occhiata ai titoli: forse c’è qualcosa che non va, forse c’è il malcelato desiderio di solleticare istinti ancora più bassi di quelli inguinali.

Inter, Massimo Moratti: “Trofeo a cui sono più legato scudetto a tavolino (Il Giornale)
Moratti: “Il trofeo a cui sono più legato? Non disdegno lo scudetto vinto a tavolino (La Stampa)
Calcio, Moratti: “Trofeo a cui sono più affezionato? Lo scudetto vinto a tavolino (Il Fatto quotidiano)
Moratti: “Lo scudetto più bello? Quello a tavolino…” (La Repubblica)
Inter, Moratti: “Scudetto più bello? Quello del 2006 (Corriere dello Sport)

poster Tuttosport

Il famoso poster di Tuttosport con il riferimento ai “33” scudetti della Juventus

Come se non bastasse, c’è pure qualcuno che va “oltre“: “Moratti provoca – scrive Quotidiano.net – “Che bello lo scudetto a tavolino”; “Scudetto del 2006 tra i miei preferiti – favoleggia Tuttosport Fu giusto”. Il quotidiano torinese, poi, si spinge ancora più in là (guarda caso), e accanto al titolazzo del giorno rilancia due pezzi un po’ datati (“Agnelli: “Moratti? Ha preso scudetto che non ha vinto – 25 ottobre 2014 – e “Perché la Juve può dire di avere vinto 33 scudetti – 4 maggio 2015) ma dal sicuro effetto “celoduristico“.

TENTAZIONI IRRESISTIBILI – Insomma, qui c’è qualcuno che “provoca“, verrebbe da dire, e che strilla virgolettando parole di fantasia. Si tratta di testate prestigiose oltretutto, il che ingigantisce l’errore, e tuttavia c’è da capirle (se non proprio assolverle). Calciopoli, infatti, è come manna piovuta dal cielo per chi vive di clic, e ne basta pochissima – persino la vaga immagine evocata da due parole giunte alla millesima replica – per cedere alla tentazione e commettere peccato. Sembra strano ma è così: il cadavere più inguardabile e virulento del calcio italiano attizza il tifoso-medio più di una carrellata di fanciulle scosciate, e anche se si tratta di una passione un po’ insana conviene assecondarla. Conosci i tuoi polli, i loro appetiti, i loro gusti? Allora rimpinzali a sazietà. Questa è la regola, e le eccezioni sono poche.

Cibo adulterato? Sì, va bè, ma non perdiamoci in dettagli. Quello che conta è il clic.

Enrico Steidler

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