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Cronaca

Nozze gay: l’Europa ci condanna (e ci regala un calendario)

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Diritti gay

Ebbene sì, siamo riusciti a farci condannare. Complimenti. L’Europa e il mondo che conta vanno avanti, noi restiamo indietro; loro hanno idee, valori e partiti politici liberali, noi abbiamo Bagnasco e Salvini. Complimenti. La sentenza della Corte europea dei diritti umani, che sanziona l’Italia per violazione del diritto al rispetto della vita privata e familiare di tre coppie omosessuali (art. 8 della Convenzione europea), è un come un macigno che pesa sulla coscienza di noialtri brava gente, ma è anche il segno di un’arretratezza – la nostra – che si manifesta ovunque e si fa sempre più imbarazzante. E onerosa.

Diritti gay e Angelo Bagnasco, separati alla nascita

Diritti gay e Angelo Bagnasco, separati alla nascita

Sì, perchè farsi superare costa, e non solo in termini di immagine internazionale: restare impantanati nel passato, diciamolo chiaramente, costa soldoni, ed è un prezzo che faremo pagare soprattutto alle prossime generazioni. Bella eredità, vero? Già, ma cosa volete che gliene importi di tutto ciò ai pasdaran delle antiche tradizioni? Cosa volete che gliene freghi, a loro, se l’Europa ci ha messi in castigo dietro la lavagna con le orecchie da ciuco? E per la colpa più avvilente (rifiutiamo di allinearci al calendario)? Zero, ovviamente: mica pagano loro.

E poi è un discorso di potere: i solerti custodi del Buono e Giusto – consuetudini pastorali risalenti a migliaia di anni fa – non hanno alcuna intenzione di farselo soffiare da chicchessia. La nostra vita è il loro territorio, e non tollerano sconfinamenti. “La Corte di Strasburgo – ha scritto su Facebook uno dei più rozzi fra i solerti custodi di cui sopra – condanna l’Italia perché non riconosce le coppie gay. Non una parola sull’immigrazione, sulle tasse, sulle pensioni, sulla disoccupazione. Penso che le emergenze, per eterosessuali e omosessuali, siano queste. La Corte di Strasburgo ha rotto le palle! – conclude Matteo SalviniNon sarà un burocrate europeo a decidere il Futuro nostro, e dei nostri figli”.

“Ogni dialogo dev’essere sereno, senza ideologie, innervato di sentimenti ma anche di ragioni” disse lo scorso maggio il cardinale Angelo Bagnasco deglutendo a fatica il rospo del sì irlandese alle nozze gay. “In questo quadro, noi crediamo nella famiglia che nasce dall’unione stabile tra un uomo e una donna, potenzialmente aperta alla vita; un’unione che costituisce un bene essenziale per la stessa società e che – come tale – non è equiparabile ad altre forme di convivenza”. Insomma: dialoghiamo serenamente, cari gay, ma qui comando io.

E no. Grazie al cielo, è il caso di dirlo, qui comanda Strasburgo. Ora obbedite.

Enrico Steidler

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