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Juventus, inizio della rivoluzione ma il ciclo continua

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La Juventus è ai quarti di finale di Champions League: il sogno può cominciare
Massimiliano Allegri

Massimiliano Allegri, al secondo anno sulla panchina bianconera

Rivoluzione o poco ci manca. E’ questo il termine più usato dalla finale di Champions ad oggi per la Juventus di Max Allegri. Il nuovo ciclo è già iniziato l’anno passato con l’addio di Conte, ma è quest’anno che parte la rivoluzione.

LA RIVOLUZIONE HA INIZIO – Il nuovo ciclo potrebbe essere iniziato già l’anno scorso con l’arrivo di Allegri. Per quanto sia stato continuato il lavoro di Conte, l’ex tecnico del Milan ha piano piano dato la sua impronta alla squadra, permettendole di entrare al famoso ristorante da 100 euro con 10 euro in tasca. Anzi, per come sia andata poi, forse la banconata valeva qualcosa in più. Fino all’arrivo di un nuovo allenatore che pretenda una rivoluzione totale, il ciclo di Allegri continuerà. Gli addi di Ogbonna, Pirlo, Vidal e Tevez rappresentano l’inizio di un fisiologico rinnovamento di una rosa che ha bisogno di nuove energie soprattutto mentali. Giovani e possibilmente italiani. Questa l’idea della società bianconera. E l’anno prossimo, siamo sicuri, vedremo ulteriori addii eccellenti. Gli unici sicuri sono ormai le bandiere Buffon, Chiellini e Marchisio, ma tutti gli altri potrebbero lasciare.

TURN OVER FISIOLOGICO PER NON EMULARE LE MILANESI – Del resto un cambiamento diventa assolutamente necessario per ritrovare una squadra motivata. L’addio dei senatori permetterà poi la crescita dei giovani, soprattutto dal punto di vista caratteriale, che dovranno ssumersi le proprie responsabilità e il peso della maglia che indossano. Il pericolo è quello di fare la fine delle milanesi post vittoria in Champions. Con l’erronea convinzione di non aver bisogno di cambiare e pervase da un profondo senso di riconoscenza, soprattutto in casa Inter dopo una vittoria che mancava da oltre quarant’anni, i rossonerazzurri non hanno apportato i giusti accorgimenti alle proprie rose, che invece necessitavano di un profondo restyling per sopravvenuti limiti d’età di moltissimi interpreti. Quando si è poi capito che cambiare era necessario, era ormai troppo tardi e complice la crisi economica del nostro calcio, solo ora dopo diversi anni si iniziano a vedere investimenti importanti per ripartire. La Juve non vuole emulare la lunga astinenza di vittorie delle due storiche rivali ma anzi, continuare il recente cammino che dal 2012 la vede al vertice in Italia e ora anche in Europa. E per farlo è necessario anche andare incontro ad addii dolorosi per rinnovarsi.

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