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Ciclismo

Tour de France, arrivano i Pirenei. La decima tappa ai raggi x

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L'altimetria della decima tappa del Tour

Il primo meritato giorno di riposo di quest’edizione del Tour de France è stato turbato dalla scioccante notizia riguardo Ivan Basso, costretto a lasciare la carovana per curarsi. La prima importante tappa pirenaica della Grand Boucle perde così uno dei gregari storici, ma promette comunque battaglia.

ALTIMETRIA – Il percorso della decima frazione presenta quattro G. P. M., ma i primi tre sono dei quarta categoria che non dovrebbero mettere in difficoltà i corridori. La Cote de Bougarber, la Cote de Vielleségure e la Cote de Montory (rispettivamente dopo 66, 90 e 134 dei 167 chilometri di corsa) saranno terreno di caccia soltanto per qualcuno come Teklehaimanot che cercherà di guadagnare i punticini per la maglia a pois, anche se l’ultima asperità assegnerà in ogni caso il simbolo del primato. A 15,3 chilometri dall’arrivo inizierà infatti la scalata verso La-Pierre-Saint-Martin, posta poco sopra il Col de Soudet, con pendenza media del 7,4% che fa dell’ultima salita di giornata un hors categorie a pieno merito. La prima parte presenta rampe molto più dure con tratti che superano il 10%, mentre negli ultimi cinque chilometri soltanto in un settore posto tra i 1500 e i 1000 metri dall’arrivo si supera il 6% di pendenza media.

L'altimetria chilometro per chilometro dell'ultima salita verso La-Pierre-Saint-Martin

L’altimetria chilometro per chilometro dell’ultima salita verso La-Pierre-Saint-Martin

INSIDIE – I problemi principali dei corridori saranno riuscire a trovare il ritmo giusto dopo il giorno di riposo e adattarsi alla frequenza di pedalata molto più alta rispetto a quella della prima settimana. Non è da escludere che uno degli uomini di classifica possa trovarsi in difficoltà per uno di questi motivi. Inoltre il tentativo di imboccare l’ultima salita nelle prime posizioni potrebbe creare nervosismo nel gruppo, anche se non si dovrebbe assistere a dei veri e propri sprint di squadra come ai piedi del Mur de Bretagne o del Muro di Huy.

FAVORITI – Fughe permettendo, il successo di tappa dovrebbe essere affare esclusivo degli uomini di classifica, con Chris Froome che ha mostrato un pizzico di brillantezza in più dei suoi avversari nel corso della prima settimana di Tour. Il britannico può contare su uno squadrone e su una condizione che sembra ottimale, anche se nel finale le pendenze poco importanti potrebbero favorirlo. Il più indiziato ad attaccare da lontano è il colombiano Nairo Quintana, che può finalmente cimentarsi sul suo terreno di caccia preferito e probabilmente cercherà subito di dare il meglio per recuperare sul kenyano bianco. In cerca di riscatto Vincenzo Nibali, che però sul Mur de Bretagne ha lanciato segnali preoccupanti e deve recuperare rapidamente energie per essere al ritmo dei migliori. Incognita totale Alberto Contador, sempre al coperto nei primi giorni e probabilmente non ancora al 100% in questo Tour. Se nessuno dei fantastici quattro dovesse sferrare un attacco deciso, Joaquim Rodriguez potrebbe decidere di azzardare per tentare di rosicchiare secondi dopo una cronosquadre ai limiti del disastroso. Lo spagnolo può inoltre contare su un’esplosività fuori dal comune, così come il connazionale Valverde e il francese Vuillermoz, già vincitore in Bretagna. Appaiono in forma l’irlandese Martin e l’americano Van Garderen, anche se l’arrivo di oggi dovrebbe premiare più le caratteristiche del primo che non quelle del capitano della BMC. La compagine di francesi infine cercherà di mettersi in mostra con Pinot che è ormai fuori classifica e la coppia della AG2R Peraud-Bardet che scalpita per un posto al sole. In caso di attacchi da lontano occhio alle possibili sorprese, fratelli Yates e Warren Barguil tra tutti. Se poi a vincere dovesse essere uno spregiudicato come Rolland o Voeckler preparatevi alle centinaia di inquadrature celebrative della TV francese.

Sono Davide Terraneo, studente di 19 anni diplomato al liceo classico. Ho praticato tennis, calcio e atletica e sono un appassionato di ciclismo. Da maggio 2014 sono un arbitro FIGC. Scrivo per passione e per raccontare le emozioni e i valori che lo sport trasmette a chi lo pratica e a chi lo segue.

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