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Cronaca

Encierro di Pamplona, qualcuno salvi i cornuti bipedi

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Corsa dei tori di Pamplona

Pamplona è una città medievale, ma non lo è soltanto fuori – edifici, planimetria, chiese, ecc. – come tante altre in Spagna e nel Vecchio Continente: no, Pamplona è medievale soprattutto dentro, nel cuore, nella cultura, nell’anima. E’ una città che è rimasta indietro, poveretta, ancora più indietro di Siena, e le retrovie della storia coincidono sempre con quelle dell’umanità. 1315: ecco la data, approssimata per eccesso, in cui si potrebbe collocare la “fiesta” di San Firmino in una qualsiasi località dei Sudeti o della Pomerania. A Pamplona, invece, ogni anno è medioevo, e per 8 giorni consecutivi – dal 7 al 14 luglio – la Ragione si addormenta e libera i tori.

Cartolina da Pamplona

Cartolina da Pamplona

SEGNI PARTICOLARI: ANELLO AL NASO – Ore 8 del mattino. Dopo aver bevuto l’impossibile – il divieto di prendere parte alla corsa ubriachi ricorda quelli del Belpaese – e intonato lodi alla divinità del luogo, migliaia di persone si fanno inseguire da sei tori e quattro buoi lanciati al galoppo lungo un percorso cittadino di 825 metri che si conclude nella Plaza de Toros. Scopo di tutto ciò? Uscirne indenni (non tutti ce la fanno, come è facile intuire: ogni anno si contano decine di feriti più o meno gravi, e dal 1922 al 2009 l’encierro ha mietuto 15 vittime), poter dire “io c’ero”, raccontare a tutti il brivido indimenticabile e – perché no – affondare i denti negli animali che lo hanno regalato: ogni sera, infatti, i poveri inseguitori vengono sacrificati in combattimento e poi serviti come si deve nei ristoranti più chic. Con la benedizione di San Firmino, naturalmente.

TUTTI INSIEME RINCOGLIONITAMENTE – Insomma: c’è qualcosa di peggio? Di più squallido? Di più sgradevole e al tempo stesso ridicolo? Sì, sembra incredibile ma c’è: è il tentativo di contrabbandare per “cultura popolare” quella che è solo idiozia fuori tempo massimo, e di sdoganare migliaia di fessi nel nome delle “tradizioni” e dei “valori”. L’encierro doveva finire nella spazzatura della storia almeno tre secoli fa, e invece c’è ancora chi lo mette sull’altare. E cosa dire dei contemplativi? Di chi non vuole correre davanti ai tori ma solo vivere la magica atmosfera del rimbambimento collettivo? Durante la fiesta, scrive Wikipedia, “la popolazione di Pamplona passa da 190.000 abitanti a più di 1.500.000 di persone. In questi giorni i residenti che cercano un po’ di tranquillità affittano le loro case ai turisti, che pagano prezzi profumati per poter osservare la corsa dei tori dai balconi affacciati sul percorso o semplicemente per trovare un’alternativa agli alberghi e alle pensioni che registrano il tutto esaurito. Ecco, cosa dire di questi turisti? E della loro “cultura”?

EMERGENZA ANIMALISTA – E perché nessuno spende mai due parole in difesa di costoro? Perché nessuno si preoccupa della loro misera sorte? Certo, in tutta questa storia le vere vittime sono i quadrupedi, sia chiaro, ma anche i bipedi – corridori o meno – muovono a compassione. E’ un’emergenza animalista a 360 gradi, in fondo, e chi ha un minimo di umanità non può restare insensibile.

Enrico Steidler

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