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I 5 punti di forza di Guido Vadalà, il talento che ha stregato la Juventus

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Vadalà

Un argentino che va, un argentino che viene. La Juventus ha venduto Carlos Tevez al Boca per un conguaglio più un giovane di buone esperienze: parliamo di Guido Vadalà. Classe 1997, una storia da predestinato (a 12 anni stava per prenderlo il Barcellona, poi il padre rifiutò) e un luogo di nascita (Rosario) in comune con il calciatore più forte del mondo.

Quali sono i punti di forza di Vadalà? Perché la Juventus e tante altre squadre sono rimaste stregate dal suo talento?

 La velocità. Altezza 167 cm, peso 64 kg. Da questi dati possiamo capire che uno dei punti forti del calciatore non è sicuramente il fisico. L’argentino, però, compensa con la velocità: corre molto soprattutto nel breve, e soprattutto sugli esterni. Una qualità non da poco, visto che, nel calcio moderno, la velocità per un laterale è fondamentale.

Il dribbling. La sua posizione preferita è la fascia offensiva, ma non disdegna di giocare sulla trequarti. Per il ruolo in questione è indispensabile avere un buon controllo della palla, ma soprattutto avere la capacità di saltare l’uomo e creare la superiorità numerica. Caratteristiche che Vadalà ha, e che potrebbero fare la differenza soprattutto nel campionato italiano, che latita di calciatori del genere.

Senso del gol. Negli ultimi anni abbiamo visto calciatori capaci di fare di tutto, soprattutto sulla fascia: saltare l’uomo con nonchalance, andarsene via con velocità sopraffina, farsi trovare sempre smarcato, ma poi andare dinanzi alla porta e sbagliare clamorosamente. L’esempio più lampante? Gervinho. Vadalà è diverso, vede la porta, e anche bene. Negli ultimi due anni di giovanili ha messo a segno ben 50 gol. Nel 2013 è stato nominato “giocatore più promettente del calcio argentino” grazie alla realizzazione di 32 gol in 29 partite. L’anno scorso, invece, in un “Clasico” Boca-River delle giovanili, mise a segno ben 7 gol. Non da poco.

Testa sulle spalle. Ok, di questo non siamo sicuri al 100%, non conoscendolo e non avendo idea della sua vita notturna. Ma è da sottolineare come un calciatore giovane abbia deciso, per il bene della sua crescita, di rifiutare l’Europa in ben due occasioni, e una volta lo aveva chiamato il Barcellona di Leo Messi. Ciò è molto significativo, poiché lascia intendere che Vadalà pensi soprattutto alla sua crescita e non ai soldi o al prestigio. Chapeu.

L’età. Questo è il fattore più importante. Classe 1997, 18 anni appena compiuti, già sui taccuini di tantissime società più o meno importanti in tutta Europa e già molto promettente in Argentina. Il talento c’è, la testa pure, la crescita dovrebbe (condizionale d’obbligo) essere assicurata.

La Juventus, ha, dunque, preso un giovane di ottime, se non grandi, prospettive. Gli osservatori della Juventus, poi, nell’acquisto di giovani da lanciare in prima squadra, sbagliano poche volte: basti pensare a Pogba e Coman. Ora non resta che vederlo sul campo: sulla carta si possono fare tanti discorsi, ma alla fine, è lì che i discorsi contano per davvero.

Luigi Fontana

(@luigifontana24)

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