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LeBron James: a real hero

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LeBron James, fenomenale leader dei Cleveland Cavaliers

35.8 punti, 13.3 rimbalzi, 8.8 assist e 8.3 falli subiti a partita (sic!) con un utilizzo medio di 45.8 minuti (doppio sic!): cifre del genere in un contesto improponibile come le Finals Nba non si mettono insieme a meno che tu non abbia un corpo marmoreo comandato da una mente superiore e soprattutto un coraggio e una leadership degne di un vero eroe…

Lebron James, 2 volte campione Nba

Lebron James, 2 volte campione Nba

CONTRO TUTTO E TUTTI – C’è un film, “Drive“, in cui si può vedere  il bravissimo Ryan Gosling vestire i panni di un guidatore eccezionale e malinconico, ma soprattutto nel quale si può ascoltare il meraviglioso pezzo dei College, “A Real Hero“: la canzone parla di un eroe, un vero eroe, che “lotta contro un muro di situazioni avverse con la forza della volontà e della motivazione”. Ecco, teniamo per buono il sottofondo elettronico, ma passiamo dalle auto sportive al parquet, di grazia. LeBron James è andato oltre ogni umana concezione, ha gestito le pressioni della città, della dirigenza e dell’ambiente alzando mano a mano il proprio smisurato livello di gioco e accedendo a uno stato di onnipotenza degno solo di chi non è di questo mondo. Pensateci: quest’uomo ha visto cadere infortunio dopo infortunio i suoi compagni di squadra più talentuosi, ha saputo riunire i pochi (coraggiosissimi) rimasti ed è arrivato a 2 partite dal portare a casa l’anello Nba. Cos’erano i Cavs senza LBJ in campo? niente. Cos’era Cleveland prima che il prescelto arrivasse in città? (quasi) niente. Più che un umano è una presenza, un essere clamorosamente superiore rispetto agli altri “utenti” della palla a spicchi…e lo sa. Si perché tutto si può dire di LeBron tranne che sia umile, questo è un dato che va tenuto in conto e che spesso e volentieri lo fa apparire più che altro come un despota egoista, la definizione più lontana dalla realtà che possa esistere vista la predilezione del nativo di Akron per il passaggio e il gioco di squadra. Il punteggio l’ha ancora una volta condannato alla sconfitta, anche se ci sarebbe da chiedersi se è lecito parlare di sconfitta piuttosto che di “fisiologica non vittoria”; a questo giochino si gioca in 5 e nessuno può portarsi a casa un anello da solo, motivo per cui era chiaro a tutti da tempo che i Cavs non ce l’avrebbero fatta, ma non si può non fare un plauso a tutta la squadra dell’Ohio per averci regalato 6 meravigliose partite, in primis (ma anche in secundis e in terzis) al 23. Real human being, and a real hero.

Jacopo Bertone

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