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Disfatte bianconere: ecco la top five degli orrori!

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La storia ci dice che la Juventus, con le finali di Champions, non abbia affatto un buon rapporto. E consideriamo come finale pure l’ultima sfida del Campionato del 2000: la Signora a Perugia deve vincere per conquistare lo Scudetto, ma ne esce inzuppata e con le ossa rotte. Però, arrivarsi a giocare un Campionato o un prestigioso trofeo fino alla fine significa essere stati competitivi e aver superato senza intoppi i normali momenti di difficoltà che capitano in una stagione. Un motivo di vanto del popolo juventino, nei giorni post-Berlino in risposta al popolo degli “anti”, è proprio quello di disputare, spesso e volentieri, partite che molti tifosi forse potranno solo sognare. E’ capitato, anche negli ultimi 20 anni, che la Juve abbia clamorosamente fallito alcuni appuntamenti proprio nel mezzo di una stagione. E se sbagli nel momento sbagliato, la stagione ne risulta ampiamente compromessa.

disfatte bianconere: Crespo, autore di una tripletta al Delle Alpi

disfatte bianconere: Crespo, autore di una tripletta al Delle Alpi

JUVE-PARMA 2-4(7 FEB ’99) – Siamo alla 20^ giornata della Serie A 1998/99. La squadra di Lippi, Campione d’Italia in carica e Vice Campione d’Europa, sta disputando un torneo molto al di sotto delle aspettative. E dire che fino ad inizio novembre le cose sembrava stessero andare come sempre: squadra in vetta alla classifica e il tandem Inzaghi-Del Piero regolarmente in gol. Ma nella famosa gara di Udine, Pinturicchio subisce l’infortunio più grave della sua carriera: da quel momento in poi i compagni perdono fiducia e stimoli. E ad inizio febbraio, all’incontro casalingo contro un lanciatissimo Parma, si sprofonda nel baratro. Tacchinardi porta in vantaggio i suoi, ma una tripletta di Crespo e un gol di Chiesa affossano definitivamente la stagione, con Lippi che a fine gara si dimette e pone fine al suo primo regno bianconero.

CELTA VIGO-JUVE 4-0(9 MAR ’00) – Un giovane Ancelotti subentra a Lippi e, seppur con molta fatica, “qualifica” i bianconeri nella neonata Coppa Intertoto. In una stagione iniziata già a inizio luglio, tra volti nuovi (alcuni saranno dei celebri “bidoni”) e l’esperienza dei veterani, la squadra accede alla Coppa Uefa e sa bene di poter essere una delle favorite. Il cammino è piuttosto agevole fino agli ottavi finale: l’avversario qui è il Celta Vigo. Un gol di Kovacevic, nell’andata al Delle Alpi, fa guardare con ottimismo al ritorno in Spagna. Lo stadio “Balaidos” si presenta come un bolgia infernale, e i bianconeri vanno subito alla deriva: già all’intervallo gli uomini di Ancelotti sono sotto di due gol e con un Montero in meno. Nella ripresa una doppietta di McCarthy sancisce una clamorosa sconfitta, in quello che verrà ribattezzato il giovedi nero del calcio italiano (eliminate pure Roma, Parma e Udinese).

PANATHINAIKOS-JUVE 3-1 (8 NOV ’00) – Il beffardo secondo posto nel Campionato del 2000 ha comunque spalancato, dopo un anno di assenza, le porte per la Champions League, competizione dove i bianconeri negli ultimi cinque anni avevano ottenuto tre finali consecutive e una semifinale. Il primo girone (all’epoca ce n’erano due) mette nel calderone l’Amburgo, il Deportivo e i greci del Panathinaikos. La Signora non brilla, ma nelle prime quattro gare conquista 6 punti frutto di una vittoria e tre pareggi. La qualificazione potrebbe arrivare in casa contro l’Amburgo, ma i tedeschi contro pronostico espugnano Torino. Ad Atene, nell’infuocata tana del “trifoglio”, la Juve sa bene che perdere potrebbe essere molto pericoloso. Il primo tempo passa indenne, ma nella ripresa un rigore di Basinas e il colpo del k.o. di Warzycha condannano la squadra italiana al clamoroso quarto posto del girone (niente Coppa Uefa).

JUVE-INTER 1-3 (29 NOV ’03) –  Anno 2003. Marcello Lippi è tornato sulla “sua” panchina per rinverdire i fasti di un passato nemmeno troppo remoto. Dopo due Scudetti consecutivi e una finale di Champions persa col Milan, la Juve parte nella stagione 2003/04 con l’obiettivo di competere su più fronti fino alla fine. All’undicesima giornata la squadra si trova in testa, con +2 sulla coppia Milan e Roma; al “Delle Alpi” arriva l’Inter, che pochi giorni prima ha preso una sonora sberla in casa dall’Arsenal (1-5) e incapace di espugnare Torino da oltre 10 anni. Una vittoria casalinga staccherebbe definitivamente i nerazzurri dalla lotta per il vertice e soprattutto terrebbe a debita distanza le inseguitrici: quella sera però Nedved e soci sono la brutta copia di loro stessi e l’accoppiata Cruz-Martins capovolge le sorti di una stagione che dopo quella sera, per Madama, sarà in lento declino.

GALATASARAY-JUVE 1-0 (11 DIC ’13) – E’ il giorno, anzi i due giorni, resi celebri dal “This is not football” pronunciato da Conte nel ghiaccio di Istanbul. La trasferta nella capitale turca nasconde sempre mille insidie, anche ambientali: la neve forse era l’unica variabile impazzita non prevista nè prevedibile. La Signora ha già vinto due titoli nazionali consecutivi: ora è tempo di dimostrare qualcosa pure in Europa, specialmente dopo l’eliminazione netta subita ai quarti dal Bayern appena l’anno prima. In un girone non impossibile ( a parte il Real, i turchi e il Copenaghen erano ampiamente alla portata) i bianconeri ottengono solo una vittoria in cinque gare. Si va in Turchia con l’obiettivo di difendere un pari prezioso: tattica condivisibile ma rischiosa. Una nevicata, in sette minuti, rende impraticabile il campo e decreta la sospensione al giorno dopo. L’imprevista notte sui bracieri ardenti ammoscia l’animo degli uomini di Conte, che a cinque minuti dalla fine, su un campo di patate, subiscono il colpo da biliardo di Snejider e salutano, contro ogni pronostico, l’Europa che conta.

 

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